Elezioni regionali

Paolo Amenta apre la campagna elettorale a Canicattini Bagni

Paolo Amenta apre la campagna elettorale a Canicattini Bagni

È voluto ripartire dall’aula consiliare della città che l’ha visto Sindaco negli ultimi dieci anni, Paolo Amenta, per aprire la sua campagna elettorale per le Regionali del 5 Novembre, che lo vedono candidato nella lista del PD. C’erano il candidato alla Presidenza per il Centrosinistra siciliano, Fabrizio Micari, il Capogruppo alla Camera dei Deputati del Partito Democratico, Ettore Rosato, l’europarlamentare Michela Giuffrida, e le due parlamentari di Area Dem della provincia, Sofia Amoddio, Marika Cirone Di Marco e il Segretario provinciale del PD, Alessio Lo Giudice.
Paolo Amenta, ha ribadito l’importanza del mettere insieme i territori, uscendo dalla logica localistica di appartenenza, come indicato dall’Europa, per evitare il rischio di essere emarginati dalle grandi aree metropolitane.
“Oggi la Sicilia, grazie ai finanziamenti messi a disposizione dal governo, vedi il Patto per il Sud per le infrastrutture – ha precisato Paolo Amenta – e i fondi che arrivano dall’Europa, ha ben 15 miliardi di euro disponibili dei programmi d’intervento già approvati, che però restano fermi al palo, mentre i nostri giovani sono costretti a lasciare l’isola. Sono necessarie infrastrutture, collegamenti e servizi efficienti, ad iniziare da un piano per l’impiantistica per i rifiuti e la differenziata, al sistema idrico integrato, e quindi acqua, fognatura e depuratori, sanità e cura della persona. I soldi ci sono, occorre solo spenderli e spenderli bene, distribuendo parte di essi direttamente nei territori che abbiano progetti finalizzati a ciò”. Agroalimentare, artigianato, turismo, inclusione sociale – per Amenta -, devono essere gli assi su cui puntare. Il prossimo governo regionale – ha quindi concluso – deve con forza puntare a migliorare la qualità della vita dei siciliani, per cerare quelle condizioni che faranno della Sicilia una terra attrattiva. Nel contempo, deve pretendere che la “questione meridionale” diventi prioritaria per il governo nazionale, perché 22 milioni di cittadini delle aree meridionali possono diventare la motrice dell’intero Paese”.