Resta alta la tensione nel Pd mentre sono arrivate ufficialmente le candidature per il congresso ed è corsa a tre. A sfidarsi Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano. Intanto salta l’assemblea del Pd di Rignano sull’Arno.
Prima ad arrivare la candidatura di Michele Emiliano, poi quella di Andrea Orlando, sottoscritta da 1996 firme in omaggio all’Ulivo. Depositata anche la candidatura di Matteo Renzi.
Michele Emiliano è il primo dei candidati a presentare le firme necessarie a correre al congresso Pd. A depositare la candidatura è stato Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, che all’uscita dal Nazareno spiega: “Le nostre 2000 firme sono state raccolte in varie circoscrizioni da numerosissime regioni. Si parte. Con una rete spontanea e dal basso, che ci ha inviato il triplo delle firme necessarie. Abbiamo potuto depositarne 2000, tutte le altre le terremo come simbolo della partecipazione popolare per questa candidatura”. Tra i sostenitori di Emiliano “non ci sono molto deputati perché una nostra proposta molto forte è cancellare i capilista bloccati e questo non piace a tanti”, sottolinea Boccia.
Emiliano, mi candido per vincere alle elezioni – “Non credo di aver contribuito ad alcuna spaccatura. Anzi, con la mia decisione ho dato il massimo possibile per l’unità del centrosinistra e per evitare che il Pd alle prossime elezioni arrivi con una leadership azzoppata o alla semplice difesa dell’establishment. Io mi candido per far vincere il Pd alle prossime elezioni”. “Il referendum del 4 dicembre è stata una parete di cemento armato contro cui Renzi si è schiantato. Ora chiede le chiavi di un’altra automobile ed io non gliele voglio dare”.
Il rinvio dell’assemblea di Rignano – L’assemblea è rinviata a data da destinarsi”. Questo l’annuncio con un cartello attaccato poco fa alla sede del Pd di Rignano che questa sera doveva vedere l’assemblea degli iscritti del partito. La conferma del rinvio anche dal vicesegretario del circolo, Antonio Ermini, “si’, abbiamo deciso che in questa situazione era meglio rinviare l’assemblea”. Il cartello, questa volta scritto con un pennarello rosso (la convocazione siglata TR, ossia Tiziano Renzi, era scritta con un pennarello nero), è stato attaccato da una donna, probabilmente una militante del Pd che non ha risposto alle domande dei giornalisti. In fondo, invece della firma, c’è un “grazie”.
Firme a sostegno della candidatura alla segreteria del Pd “ne abbiamo raccolte tante di più ma ne abbiamo consegnate 1996, un numero non casuale che fa riferimento a una data ben precisa”. Lo dice Andrea Orlando, candidato alla segreteria Dem, all’uscita dal Nazareno dopo aver ufficializzato la sua candidatura presentando un numero di firme che simbolicamente rendono omaggio all’anno di nascita dell’Ulivo. “Il Pd ha bisogno di diminuire le distanze, il Paese ha bisogno di ridurre le distanze, questo è il senso più profondo della mia candidatura”, sottolinea il ministro.
Orlando, difficilmente segretario sarà premier – “Chi guida il Pd difficilmente sarà presidente del consiglio”, ha detto il ministro Andrea Orlando a SkyTg24. “Oggi siamo in una situazione – ha detto Orlando – di superamento della concezione maggioritaria e siamo anche in una situazione di tripolarismo. Io ci ho creduto nel maggioritario, ma nei fatti è stato superato dagli eventi, che non ci piacciono, tanto è vero che io ho fatto la battaglia in favore del sì al referendum; ma occorre prenderne atto. Chi guida il partito difficilmente sarà presidente del Consiglio, prendiamone atto e dedichiamoci a ricostruire il Pd: aiuterebbe chi sarà destinato a diventare Presidente del Consiglio”. Il ministro ha definito “singolare” la mozione di sfiducia nei confronti del ministro Luca Lotti. “Lotti – ha detto – ha ricevuto l’avviso di garanzia a dicembre, è singolare che la mozione venga presentata oggi. L’avviso è uno strumento di garanzia per chi lo riceve e non uno strumento per l’accusa”. Alla domanda se ci sia un complotto per “liquidare” il Pd, Orlando ha replicato: “Non credo nei complotti; che qualcuno voglia liquidare il Pd è normale, siamo il partito che tiene in piedi la democrazia in Italia. Ma escluderei categoricamente un complotto. A noi sta la reazione e la capacità di costruire unità. Per questo i toni che useremo durante il congresso saranno importantissimi. Tanto meno saranno le distanze tra noi, tanto maggiore sarà la possibilità delle persone di sentirsi parte di questa costruzione e di partecipare”.