L’applicazione dei protocolli covid e la politica degli appalti rappresentano i punti su cui si sofferma l’attenzione dei sindacati in occasione della più grande fermata mai effettuata da Isab nella zona industriale di Siracusa.
“Le previsioni – si legge in una nota dei sindacati dei chimici di Filctem Femca e Uiltec, Fiorenzo Amato, Carmelo Pittò e Seby Accolla – parlano di punte di 4000 addetti al giorno, e di circa 170 milioni di euro spesi in ammodernamento degli asset impianti, che tendono a consolidare l’attuale assetto produttivo della Lukoil sul nostro territorio. In un momento emergenziale e di crisi economica come quello che stiamo vivendo – aggiungono – la fermata impianti 2020 di Isab rappresenta un opportunità per dare risposte alla massiccia richiesta di offerta di lavoro presente nel nostro territorio, ma allo stesso tempo richiede da parte di tutti la dovuta attenzione proprio per la numerosa presenza di addetti all’interno della raffineria.”
Sull’argomento intervengono anche i circoli di Legambiente di Augusta, di Priolo Gargallo, Melilli e Siracusa: “Le fermate degli impianti, i lavori di manutenzione ed il successivo riavvio degli stessi rappresentano momenti particolarmente delicati e critici perché da essi possono scaturire incidenti di grande portata con conseguenze gravi per tutti. Il primo obbiettivo – evidenziano – in tutte le fasi della fermata, della manutenzione e del riavvio, è quindi garantire Sicurezza e ambiente e non deve mai essere il risparmio di alcuni giorni o ore di tempo a scapito delle condizioni di lavoro degli addetti, della sicurezza generale e delle componenti ambientali.È poi di fondamentale importanza che tutte queste operazioni, ed in particolare quella del riavvio, avvengano senza le insopportabili e prolungate emissioni di nubi di fumo nero e/o rumori altrettanto molesti”.
Da qui l’invito rivolto al Prefetto e ai sindaci dei Comuni dell’area di diffondere a tutta la popolazione, una sintesi del Piano di Emergenza Esterna per gli stabilimenti a rischio rilevante, di organizzar durante il periodo della fermata un’esercitazione di Protezione Civile; alle aziende del polo petrolchimico di non guardare ai crono-programmi basati sulla massima sicurezza; a Confindustria, all’Ispettorato del Lavoro, all’Aps ed ai sindacati di rendersi parte
attiva per verificare che i lavoratori siano veramente edotti sulle norme di sicurezza e che esse siano applicate; agli enti pubblici di controllo (Arpa, Asp, Libero Consorzio Comunale di Siracusa, Comuni) di vigilare affinché siano adottate tutte le misure per evitare il ricorso allo scarico in torcia.