Gli italiani sarebbero affezionati al bicameralismo perfetto, forma di governo che caratterizza l’Italia, unico Paese dove sopravvive la doppia Camera contrariamente agli altri Paesi Europei tutti monocamerali. A diffondere la notizia il sondaggio condotto nei giorni scorsi da Demos. I consensi per il NO starebbero aumentando in particolare negli ultimi giorni. Le ultime statistiche registrano pareri negativi per il 41%, mentre i favorevoli al taglio del Senato scendono al 34%. Distanza dunque di 7 punti, mentre il mese scorso era a 4. Nel mese di settembre i favorevoli al SI avevano un vantaggio di 8 punti. Insomma in poco tempo gli italiani sembrerebbe che abbiano cambiato diametralmente la loro decisione.
Il NO degli italiani era già nell’aria da qualche tempo, tanto che proprio ieri il premier Matteo Renzi aveva allertato i suoi seguaci incitandoli a fare una campagna elettorale più intensa, ricorrendo al porta a porta.
Sarà un’impresa difficile, visto che tutto il mondo politico dal M5S alla destra e perfino una parte dello stesso Partito Democratico si sono schierati tutti a favore del NO.
Vero è che stavolta il referendum poco ha a che fare con le idee dei partiti politici, ma vero è anche che quello che contano sono i numeri. Al momento tutti contro il taglio del Senato. Forse gli italiani sono troppo abituati al peso e contrappeso che il bicameralismo perfetto mette in campo, forse ancora bruciati da vecchi regimi. Il tempo passa, la storia rimane, ma il futuro si deve costruire.
Significativa la grossa fetta di popolazione ancora indecisa. Sono il 45% degli Italiani che si dichiarano poco informati sul quesito e quindi ancora indecisi. Complice forse anche il continuo battibecco all’interno del partito democratico, la mala amministrazione nel Mezzogiorno e tanto altro.
Con questa manovra sicuramente ci sono tagli notevoli ai costi della politica, ma il dubbio rimane sulle modalità del taglio. Da anni ci si interroga su come superare il bicameralismo e nel tempo i vari Governi hanno fatto delle proposte, mai andate in porto.
Ma adesso il 4 dicembre è alle porte, la riflessione è d’obbligo.
Senato si o Senato no?