Continua a far discutere il nuovo progetto di rete ospedaliera per la provincia di Siracusa, che nell’ambito della rete regionale ha ricevuto il via libera da parte dei Ministeri dell’Economia e della Salute. Interviene oggi il deputato nazionale Pippo Zappulla: “Se è vero che nella zona Sud, e in parte nel capoluogo ci si può ritenere ragionevolmente soddisfatti – scrive – rimangono giudizi negativi per altri ospedali, così è sbagliato mortificare il territorio con la sostanziale cancellazione dei Pte di Pachino, Palazzolo e Rosolini”.
Secondo quanto riferisce Zappulla la provincia aretusea perde 30 posti letto, taglio che interesserà il Presidio Ospedaliero di Lentini che rispetto alla precedente versione si vede declassato dal Presidio Dea I livello (Spoke) a Presidio di base, prevedendo il mantenimento di sole quattro specialità mediche ( Chirurgia Generale, Medicina, Ortopedia ed Ostetricia). “Ad Augusta, classificato come Presidio ad alto rischio ambientale, – insiste Zappulla – da 120 posti si scende a 111. E qui la situazione rischia di diventare ancor più drammatica perché il taglio si aggiunge alla incompiuta allocazione dei posti letto che vengono riconfermati, ma mai attivati come Onco-ematologia e Neurologia. Per non citare il Centro di riferimento regionale per la cura delle patologie di amianto di cui non si ha notizia poiché non sono state individuate le risorse per la sua realizzazione. L’Ospedale Umberto I nel complesso si riesce a mantenere una sostanziale fotografia della situazione esistente. La zona Sud – continua Zappulla – viene, invece, premiata perché viene riclassificato Dea di I livello e da 172 posti letto si passa a 189, ma i 56 posti di lungodegenza riabilitativa oggi previsti non sono mai stati attivati.
Il tetto di spesa seppur incrementato di 11 milioni per il fabbisogno del personale, – conclude – è virtuale e non esigibile; la medicina territoriale viene progressivamente smantellata per effetto di una reale programmazione dei servizi di assistenza sanitaria di base e una mancata integrazione socio-sanitaria. Ne consegue che l’avvio delle procedure concorsuali di 7000/9000 posti in tutta la Sicilia, rappresentano ancora una promessa vana, aleatoria e generica”.
