Si chiama Favour. Un maschietto di poco piu’ di tre chili, venuto al mondo al centro del Mediterraneo, poche ore dopo il salvataggio della sua mamma, Sinsia. La donna si trovava a bordo di una piccola barca di legno, soccorsa intorno alle 19 di sabato sera. Il travaglio, poi il parto, sotto le cure di Medici senza frontiere e ora la mamma e il suo bambino stanno bene, diretti con i loro 676 compagni di viaggio a Catania. Da quando la missione della Aquarius di Sos Mediterranee e Msf ha preso il via, nel febbraio, si tratta della terza nascita a bordo della nave, dopo quelle di Destine’ a maggio e Newman a settembre. La mamma di Favour, nigeriana, ha affrontato la traversata da sola. Ha dichiarato che il marito e’ morto in Nigeria. Sullo stesso barchino su cui viaggiava si trovavano anche 28 uomini e altre 7 donne. Tra loro anche 8 minori non accompagnati. Dalle prime testimonianze raccolte tra i profughi emerge chiaramente come non sia solo il desiderio di raggiungere l’Europa a spingere a imbarcarsi, nonostante le gia’ disperate condizioni del viaggio siano rese ancora piu’ pericolose dal clima invernale, ma anche la necessita’ di fuggire dalla Libia. “Ho vissuto in Libia per un anno, ma ora non e’ piu’ possibile, a causa dei combattimenti, ci sono gangster dappertutto, la gente e’ armata e si spara di continuo”, ha detto un giovane del Bangladeh, “volevo scappare dalla Libia e tornare in Bangladesh, ma andare da Sabratah a Tripoli per prendere un volo di ritorno a casa era troppo pericoloso, molto piu’ pericoloso che andare su questa barca di legno e cercare di andare in Europa”.
Quello della mamma del piccolo Favour e dei suoi compagni di traversata e’ stato il primo di quattro salvataggi che si sono susseguiti in poche ore nel Canale di Sicilia. Ben 678 le persone in sicurezza che domani mattina saranno a Catania. Poche ore dopo, infatti, la Aquarius e’ stata impegnata nel salvataggio simultaneo di una barca di legno con piu’ di 300 persone a bordo e di un gommone, reso piu’ difficile da un temporale. A bordo delle due imbarcazioni si trovavano in totale 493 persone (397 uomini e 96 donne). Tra loro, 133 minorenni, dei quali 101 non accompagnati e 12 di meno di 5 anni. 211 sono Eritrei, altri provengono da Marocco, Gambia, Nigeria, Guinea Conackry, Somalia, Bangladesh, Siria Costa d’Avorio, Etiopia, Mali, Nord Sudan, Senegal, Libia. L’ultimo intervento ha interessato 148 persone, tra cui 60 donne e 10 minori, 9 dei quali non accompagnati.