Giornata contro la violenza sulle donne

“Sono morta, ti parlo per ricordarti che questo non è amore”

"Sono morta, ti parlo per ricordarti che questo non è amore"

Ci hanno insegnato a essere bambine carine, ubbidienti, a giocare con le bambole, a essere figlie, studentesse, mogli e madri. Ci hanno insegnato che nella vita una donna ha sempre bisogno di un uomo, e anche quelle che pensano di non averne bisogno alla fine se ne convincono. Ci hanno insegnato che ciascuno ha un ruolo, lui è il maschio e tu sei la femmina e il “non mi rispondere” che ti diceva tuo papà da piccola adesso te lo dice lui, e tu ubbidisci.
Lui questo mostro che prima era un uomo fantastico, era quello che ti faceva vivere momenti indimenticabili. Mai nessuno ti ha fatta sentire come lui.

“Eh già, lui è diverso. Lui mi fa arrivare in paradiso come nessuno può riuscirci, ma ha un difetto: è estremista. Un momento prima sono in paradiso, mi scoppia il cuore, mi sembra che tutto in questa vita con lui abbia un senso, ma poi sprofondo in un buio pesto, nelle tenebre.
Beh, ma lui al massimo mi dice “puttana”, ma è troppo ricondurre una parola alla violenza. Lui non è come come quelli che picchiano le donne, lui mi ama. A pensarci meglio ieri mi ha tirato uno schiaffo, ma era nervoso e poi anche io ho esagerato, sempre con gli stessi problemi inutili, noi viviamo del nostro amore e io mi nutro solo dei miei sentimenti nei suoi confronti. Basta problemi, io lo amo e lui ama me. Se solo riuscissimo a vivere nel nostro piccolo mondo fatto di amore, senza contatti con quest’altro mondo chiamato realtà – che fa schifo – sarebbe tutto diverso. Lui sarebbe più tranquillo e non mi sbatterebbe la testa contro il termosifone come ha fatto l’altra sera. E’ geloso, ma non è morboso. Semplicemente ha paura di perdermi, allora io gli dimostrerò che non ha motivo di avere paura. Ho deciso: butto via il telefono e uscirò da casa solo con lui, tanto su una bilancia tra lui e tutto il resto del mondo io scelgo lui. Lo so: ci sono le amiche, il lavoro, i parenti, le cene, le pizze, le risate. Ecco! Queste mi mancano, sono l’unica cosa che mi manca. Mi manca ridere con lui. Ma sono sicura che facendo così andrà diversamente.
Sono passati tre giorni, e l’ha fatto. L’ha fatto di nuovo. Queste pareti dipinte di grigio, il colore che piaceva a lui, adesso sono un inferno. Non è bastato tagliare i contatti con tutto il mondo, con lui non basta mai nulla. L’anno scorso avevo rinunciato alle minigonne, poi al telefono, poi ho rinunciato a uscire di casa. Ma con lui non basta mai.
L’altra sera è bastato non aver preparato la cena per tempo ed è diventato un mostro. Adesso quella parola ‘puttana’ ha un altro peso. Solo adesso capisco che quello era l’inizio di tutto. Che stupida! Le mie amiche mi avevano avvertita, i miei genitori mi pregavano di tornare a casa. Ero convinta che la mia casa fosse lui. Adesso la mia casa è dentro questa specie di scatola di legno, buia. Sì, sono morta. Mi ha uccisa. Lo chiamano raptus, delitto passionale. Ma la passione non c’entra nulla. La mia passione per la vita l’avete dimenticata? Sì, sono morta. Ma solo fisicamente, perchè con l’anima sono con te, sì perchè a te non accada questo. Sono con te per ricordarti di non essere figlia, studentessa, moglie, ma di essere solo te stessa. Prima che un ruolo sei una donna. Non sei nata dalla costola di nessuno. Non hai bisogno di lui che ti protegga, hai bisogno di amore. L’amore non picchia. E ricordatelo quando lui utilizzerà quel linguaggio orrendo nei tuoi confronti. Anche la mia storia è iniziata così. Almeno tu queste stupide scuse che ho raccontato io a me stessa non le utilizzare. Ricordati di me.”

Una donna su tre è vittima di femminicidio.
Ci volete principesse, ci avrete ribelli.