La Guardia di Finanza di Catania, in esecuzione di un decreto emesso dal gip etneo su richiesta della Procura, ha sequestrato disponibilità finanziarie per oltre 5,7 milioni di euro, nonché le apparecchiature informatiche di un “Money Transfer” appartenenti a 2 coniugi di nazionalità cinese residenti nel capoluogo etneo.
I due sono accusati di esercizio dell’attività di agente finanziario attraverso 7 agenzie di “Money Transfer” attive a Catania, di cui solo 2 erano intestate formalmente ai coniugi cinesi. Le altre 5 agenzie infatti erano intestate a prestanome sia italiani che cinesi.
Le indagini hanno messo in luce anomali trasferimenti di enormi flussi finanziari da Catania verso la Cina, pari a circa 212 milioni di euro. L’ingente flusso finanziario, relativo agli anni dal 2010 al 2014, proveniva da cittadini di nazionalità cinese e transitava dalle agenzie di “Money Transfer” coinvolte nel circuito criminale.
Le transazioni, previa riscossione di una provvigione pari al 2,7% (circa 5,8 milioni di euro) da parte di Lin Yuqin e Zhang Jiantong, avvenivano con il cosiddetto metodo dello “smurfing”, ovvero il frazionamento dell’importo oggetto di trasferimento, in singole operazioni inferiori alla soglia consentita per legge in modo tale da aggirare gli obblighi imposti dalla normativa antiriciclaggio.
La maggior parte dei mittenti delle somme di denaro risultava inesistente per effetto delle alterazioni di codici fiscali e di documenti di riconoscimento, mentre alcuni di coloro che venivano identificati risultavano già noti alle cronache giudiziarie in quanto imputati per contrabbando, ricettazione o contraffazione o, in alcuni casi, titolari di attività commerciali che dichiaravano al Fisco volumi d’affari anche nettamente inferiori rispetto al denaro inviato in Cina.
Il procedimento penale in questione vede il coinvolgimento di 60 persone, di cui 27 indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere a carattere trasnazionale finalizzata al riciclaggio e alle violazioni agli obblighi antiriciclaggio e per esercizio di attività abusiva di agente in attività finanziaria; 33 soggetti (tutti di etnia cinese) risultano indagati per infedele o omessa dichiarazione dei redditi.