
Ventinove anni fa lungo l’autostrada Palermo-Trapani, all’altezza di Capaci, il tritolo della mafia uccideva il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agendi di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. L’Italia e Palermo anche oggi si fermano a rendere loro omaggio.
Il programma è denso di appuntamenti: alle 8,10 sulla banchina del porto di Palermo, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e Maria Falcone, sorella del magistrato, il via a #PalermoChiamaItalia, la manifestazione promossa dal ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione Falcone. Tutte le iniziative, in diretta sui canali Rai, si ispireranno allo slogan #DicosaSiamoCapaci – storie di ordinario coraggio.
Alle 8.50, nell’aula bunker del carcere Ucciardone che fu teatro del Maxiprocesso alla mafia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i ministri Patrizio Bianchi (Istruzione), Luciana Lamorgese (Interno), Marta Cartabia (Giustizia), Mara Carfagna (Sud e Coesione territoriale), e con il capo della polizia, Lamberto Giannini ricorderanno il sacrificio di quelle donne e quegli uomini coraggiosi.
Alle 11, il ministro Bianchi visiterà l’istituto comprensivo Rita Borsellino, quindi inaugurerà “Spazi Capaci”, un progetto di design sociale curato da Alessandro de Lisi che si propone di riconquistare gli spazi urbani attraverso le opere di alcuni artisti. Partendo da Palermo, compirà per tre anni un viaggio attraverso tutto il Paese per rioccupare i luoghi simbolo della lotta civile contro la mafia. A dare il via all’iniziativa sono quattro opere. “La porta dei Giganti” di Andrea Buglisi, due grandi murales di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino realizzati a pochi metri dall’aula bunker dell’Ucciardone. Sotto l’albero Falcone viene collocata “L’attesa”, la statua di una giovane donna realizzata dall’artista trentino Peter Demetz che rappresenta l’attesa della città per la giustizia. Nel cortile dell’aula bunker viene allestita una colossale installazione di Velasco Vitali: “Branco”, sculture di 54 cani a grandezza naturale. Il branco rappresenta la fame di potere criminale. A Brancaccio, infine, viene collocato un monumentale polittico urbano di Igor Scalisi Palminteri dal titolo “Roveto Ardente”. Ritrae tra l’altro don Pino Puglisi sacerdote ucciso dalla mafia e proclamato beato.