Arriva intorno alle 19 l’ex premier Massimo D’Alema al Salone del Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa.
“Il mio impegno nel diffondere le motivazioni per il NO al referendum – esordisce così D’Alema – è da leggere nell’ottica di voler dare voce alla vera sinistra”.
Tantissimi i punti toccati nel corso del suo lungo monologo, fatto davanti a un pubblico che ha risposto con scroscianti applausi.
Primo tra tutti il tanto dibattuto articolo 70 della riforma costituzionale: “Basta leggerlo per decidere di votare No – dice D’Alema – Adottate un elettore per il Si e fateglielo leggere”.
Dopo qualche battuta ironica, D’Alema entra subito nel merito della riforma esprimendo i suoi dubbi sulla partecipazione dei sindaci all’attività del nuovo Senato: “Come si possono conciliare due lavori? – chiede provocatoriamente al pubblico – Come può un primo cittadino trascorrere 5 giorni la settimana a Roma?”.
Il discorso cade molto velocemente nell’identità della nuova istituzione che questa riforma andrebbe a creare: “Non si elimina il Senato – spiega – ma si crea una Camera di serie B. Dalla riforma, insomma, il Parlamento esce indebolito per dare spazio a una nuova istituzione che lavora male, e a pagarne le spese saranno i cittadini. Si avvicina il pericolo di oligarchia perché nascerà un Senato federale che non ha poteri: tutto sarà accentrato sempre nel Governo”.
Massimo D’Alema prova a smontare la campagna elettorale di Matteo Renzi commentando i mantra salienti del premier. Parla di passato e soprattutto di futuro: “La Costituzione è stata scritta dalle allora parti politiche. Togliatti la definì l’arca dell’alleanza, e non a casa citando una frase religiosa, ma ovviamente non avrebbe immaginato un Paese profondamente diviso”.
Smonta quelli che definisce falsi miti: governo tecnico e dimissioni del premier.
“C’è una maggioranza, non capisco perché si dovrebbe arrivare al governo tecnico. Renzi vuole dimettersi? Ma chi glielo chiede? Ha fatto tutto lui: prima dimissioni poi no, poi si e poi ancora no. È tutto fatto e montato per creare confusione e spaventare gli italiani”.
Rassicura gli elettori sul futuro del Paese, sulla questione banche, spiegando che non accadrà nulla in caso di vittoria del No, contrariamente a quello che sta scrivendo in questi giorni la stampa inglese.
“Ci sono certi No che fanno balzare il Paese in avanti – dichiara d’Alema – In questo caso il No diventa progressista perché apre nuovi scenari al Paese e muove due cantieri: la destra e la sinistra. Entrambi si rimetteranno in moto e potrà ripartire il bipolarismo italiano”.
Non può passare inosservata una citazione di Calamandrei, stessa identica massima pronunciata poco tempo fa da Matteo Renzi al cineteatro Vasquez: “Quando l’assemblea discuterà pubblicamente la nuova Costituzione, i banchi del governo dovranno essere vuoti”.
E infine conclude così Massimo D’Alema: “No perché i Governi passano, ma le costituzioni restano”.