(…certo che Siracusa è una strana città, tanto suggestiva quanto strana…) A sostenerlo non siamo noi indigeni, noi non lo scopriamo di certo oggi; a pensarlo e dirlo sono i visitatori, i turisti. Quelli, non solo permangono per un cospicuo numeri di giorni qui da noi, ma addirittura ritornano, producendo ogni volta la stessa riflessione: (… certo che questa è una città strana, bella ma strana). Se il mal d’Africa miete vittime in tutto il mondo, l’attrazione esercitata da Siracusa, nonostante tutto, non è pizza e fichi.
Diciamocelo, innamorarsi di Siracusa è la cosa più facile del mondo. Prendiamo Piazza Duomo, ad esempio, con la sua forma ellittica ed i suoi edifici d’un barocco sontuoso e mirabolante; lasciamo perdere che per arrivare sin lì, se hai preso un b&b in viale Teracati – per dire – ti ci vogliono dalle tre alle quattro ore di scarpinata sotto il sole impietoso di luglio o agosto, visto che il servizio di trasporto pubblico è tale solo per definizione. L’ingresso in Ortigia: è una visione se entri dal ponte Umbertino, un po’ meno se entri dal ponte gobbo; unica consolazione di quel ponte, la statua di Archimede.
I turisti ripetenti sbottano: (… finalmente i siracusani hanno fatto qualcosa per ricordare il genio di cui si celebrano le gesta in tutto il mondo, tranne qui). Chi viene in Ortigia per la prima volta, invece: (…ma che bravi i siracusani, hanno posto all’ingresso del centro storico una testimonianza fisica dell’amore di Siracusa per il genio di cui si celebrano le gesta in tutto il mondo;. …però questa città mi sembra un po’ strana, bella ma strana; un autobus non si è visto manco in fotografia”). Ricordiamoci che i poveri cristi vengono a piedi dal viale Teracati.
Il tempo di ammirare la statua e ci si accorge che è già ora di pranzo. La sfortuna accompagna i nostri ospiti del b&b di viale Teracati i quali, inoltrandosi per le strade dell’isola, si imbattono in uno dei pochissimi ristoranti “per turisti” che ancora gestisce il rapporto con i clienti stranieri come si faceva sovente negli anni 70. Ne sono rimasti pochissimi, fortunatamente, di questi sedicenti ristoratori, ed ormai in procinto di chiudere, schiacciati come sono dalla stragrande maggioranza dei loro concorrenti siracusani i quali hanno tratto un gran vantaggio professionale dai viaggi effettuati in giro per il mondo e soprattutto dagli studi inerenti la professione che avrebbero abbracciato. Questi imprenditori ed i loro colleghi che gestiscono gli ameni locali di ritrovo siracusani, dai disco-pub agli american bar, hanno fra i loro nemici più agguerriti gli enti pubblici, quelli che, invece di favorire l’espansione delle loro attività, li tormentano con gravosi balzelli, controlli serrati (e legittimi) e talvolta anche assurde pretese. A questo si aggiunge una campagna d’opinione, strutturata da alcuni privati cittadini, che ha ulteriormente allargato la frattura che esiste fra i commercianti, i residenti in Ortigia ed il Comune, l’un contro gli altri armato. Come sarebbe più facile, invece, unire le forze per combattere seriamente quegli esercenti che usano le regole di civiltà – che siano scritte oppure no – come rifiuti da conferire nel bidone dell’umido. (Della polemica della raccolta differenziata parleremo un’altra volta, se vi va).
Che fine hanno fatto i nostri amici del b&b di Viale Teracati in giro per la città da stamattina? Dopo essere stati avvelenati e spennati da quel ristoratore che, guarda il caso, posiziona giornalmente i suoi tavoli all’aperto come se quella strada fosse di sua proprietà, e dopo aver percorso Ortigia in lungo e largo, i nostri ospiti si dirigono, ormai che è sera, presso quel castello medievale (…come si chiamava…?!) che era chiuso fino a qualche anno fa e che invece adesso è aperto fino a notte (…castello…castello… comincia con la M, mi sembra…), ed è stato visto da decine di migliaia di persone di tutto il mondo gratuitamente. (MANIACE! Ecco come si chiama, Maniace). I nostri amici del b&b di Viale Teracati non nascondono la loro delusione di fronte al cancello serrato. Il Castello Maniace è chiuso a quell’ora di sera. Apprendono da un passante che, sì, il Castello è rimasto aperto per qualche anno, tutti i giorni fino a notte fonda, ma gli imprenditori che avevano creato la struttura teatrale con annesso discobar nello spazio antistante la fortezza, e che assicuravano la gratuita fruizione del sito, hanno perso la guerra che alcuni privati cittadini dichiararono loro già all’inizio dell’attività. (…ancora questi privati cittadini…).
A quel punto ai nostri amici non rimane altro da fare che tornare nel b&b di Viale Teracati, con gli occhi pieni delle meraviglie che hanno visto, con gli occhi vuoti delle meraviglie che non hanno potuto vedere, con lo stomaco ancora in subbuglio per il pranzo avventuroso e con un pensiero fisso ad accompagnarli: (ah, se questa fosse una città a vocazione turistica… !)
Bruno Formosa