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Augusta, Azione Cattolica Italiana in assemblea diocesiana

Augusta, Azione Cattolica Italiana in assemblea diocesiana

L’Azione Cattolica Italiana si è riunita in assemblea diocesiana nella Parrocchia di San Giuseppe Innografo di Augusta, domenica 22 ottobre. Ad aprire l’incontro la preghiera dell’assistente unitario Padre Luca Saraceno. Presente anche la presidente Valeria Macca.

“L’appuntamento con il Risorto non è a Gerusalemme, ma – ha sottolineato nel suo intervento Valeria Macca – è là dove tutto era iniziato. E’ necessario, cioè, tornare al cuore della nostra chiamata, al luogo dove tutto è iniziato non per essere nostalgici, ma per ritrovare il senso del nostro agire. Per i discepoli ritornare in Galilea significa riavvolgere il filo dei tre anni vissuti e rileggere tutto, senza paura, a partire dalla croce e dalla resurrezione. In questo tutto c’è la predicazione, ci sono i miracoli, gli entusiasmi ma anche le defezioni fino al tradimento. Andare in Galilea non significa certamente andare fisicamente lì, ma significa riscoprire il Battesimo, come sorgente viva. Non si può credere che Gesù è risorto finché non lo si sperimenta nella propria esistenza. Bisogna imparare a leggere la storia con gli occhi di Dio, avendo la consapevolezza che, qualunque cosa accada, Lui è con noi, Lui tiene in mano il timone della storia e noi, con Lui, siamo persone nuove, capaci di gioia. In sintesi, tornare in Galilea significa, allora, riscoprire l’esperienza dell’incontro personale con Gesù. Tutto ciò esige un cambiamento di mentalità: non possiamo portare agli altri ciò che non hanno. La fede – aggiunge – è un cammino di riconoscimento di ciò che è già stato donato segretamente. Tutta l’arte dell’evangelizzazione consiste allora nel favorire il riconoscimento, nel discernere e segnalare la presenza del regno di Dio nelle persone e nelle situazioni, anche là dove non ce lo aspetteremmo. Non dobbiamo convincere gli altri che la nostra vita è migliore della loro, perché noi abbiamo la verità in tasca e siamo belli, buoni e bravi. No !! Dobbiamo divenire per gli altri strumento di scoperta di quel Dio che è già presente nella loro vita e che aspetta solo di essere trovato.”