Un fiocco di lucine rosse, lì sdraiato sul lucido pavimento di Piazza Minerva che, guardando verso il cielo vuole ricordare coloro che dall’alto silenziosamente lo stanno osservando. Ogni lumino è un nome, un volto, una storia, una vita.
In quest’atmosfera di raccoglimento giunge alla quarta edizione il Candlelight, l’evento in memoria delle vittime di Aids.
Un lungo e profondo momento di riflessione. Così si può definire in poche parole una giornata che, a Siracusa, non è stata dedicata solo alla memoria, ma anche alla sensibilizzazione dei più giovani nei confronti di questo virus che ancora conta numerose vittime.
Come pubblicato nei giorni scorsi in esclusiva da Siracusa Post, la provincia aretusea conta ben 143 casi dal 2009 al 2015, e 34 solo nel 2016.
A dare una possibile chiave di lettura ai numeri è il dottor Celesia, responsabile dell’ambulatorio Hiv, ospedale Garibaldi di Nesima (Ct): “I dati – spiega – si possono leggere in tre modi: una maggiore sensibilizzazione può aver portato il fenomeno a emergere e quindi ecco il boom dei casi, oppure tutto l’opposto cioè la disinformazione che crea vittime. Poi c’è una terza possibile interpretazione: effetti di un passato che non si riesce a bloccare e continua a espandersi”.
Lo stigma, inteso come marchio di portatore di handicap fisico o mentale, il peggior amico di questa malattia.
“Con il virus Hiv si può condurre una vita normalissima – così il dottor Celasia ha smontato un pregiudizio dopo l’altro – si possono avere figli, si può allattare, si può fare sesso, si può fare tutto. Da anni non nasce in Italia un bimbo sieropositivo perchè la trasmissione verticale si può tenere sotto controllo”.
“I farmaci – continua – non danno più effetti pesanti come in passato, e in futuro grazie all’evoluzione delle nanotecnologie andrà sempre meglio. L’importante è beccare il virus per tempo, in quest’ottica la prevenzione e quindi il test sono importanti”.
A Siracusa già dalla settimana prossima i test sono disponibili in farmacia a un prezzo modico, in ospedale il test è gratuito.
Ma in fondo, basta poco per proteggersi, basta un preservativo.