Primo fermo nell’ambito delle indagini per l’omicidio di Giuseppe Scarso, l’anziano 80enne dato a fuoco nella sua abitazione di via dei Servi di Maria a Siracusa. Si tratta di un 18enne, Andrea Tranchina, ritenuto responsabile in concorso dell’omicidio dell’anziano. Il giovane è uno studente di un istituto tecnico ed è incensurato. Appartiene ad una famiglia normale ed insieme al presunto complice avrebbe agito per gioco, un gioco fatto di aggressioni iniziato alcune settimane prima e finito in tragedia.
Attualmente è attivamente ricercato l’altro giovane, anch’egli identificato.
Scarso, ai più conosciuto come don Pippo, è deceduto all’ospedale Cannizzaro di Catania mercoledì scorso 14 dicembre, a seguito delle gravi lesioni e ustioni riportate, dopo quasi due mesi e mezzo di agonia.
Dalle prime indagini era emerso che sarebbero stati almeno tre gli aggressori che si erano introdotti nell’abitazione del pensionato, probabilmente una banda di giovanissimi del quartiere che lo aveva preso di mira da tempo. Scarso, un ex fruttivendolo ambulante, aveva infatti gia’ subito due tentativi di dargli fuoco andati a vuoto nel giro di 48 ore. Il primo risaliva al 28 settembre scorso: qualcuno riusci’ ad aprire la porta dell’abitazione dell’uomo, al pianterreno in via Servi di Maria, gettando liquido infiammabile e dando fuoco al pavimento, ma l’anziano era riuscito a spegnere le fiamme. Il giorno dopo la vittima, insieme al fratello, aveva denunciato l’episodio ai carabinieri. L’indomani, poco prima della mezzanotte, tre persone incappucciate sono entrate nuovamente nell’appartamento, gettando liquido infiammabile sul petto e sull’orecchio dell’anziano, che se l’era cavata con lievi ustioni. Il primo ottobre, infine, poco prima delle 2 di notte, l’aggressione finale: i criminali sono entrati in casa e hanno utilizzato una bottiglietta di alcol che hanno versato sul viso, sulla testa e sulla spalla del pensionato.