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Il Siracusa scende in classifica, il presidente Cutrufo pronto a lasciare

Il Siracusa scenda in classica, il presidente Cutrufo pronto a lasciare

“Alla luce della notizia relativa al deferimento mio, del direttore Iodice e dei calciatori Daffara, Mancino e Sandomenico, e soprattutto alla luce delle tante parole in libertà che la vicenda ha scatenato, ritengo opportuno chiarire alcune circostanze”.
Esordisce così Gaetano Cutrufo all’indomani della notizia che lo vede protagonista. In una lunga nota stampa si sfoga:

“La procura ha chiesto di approfondire – da qui il deferimento – alcuni aspetti di una operazione che abbiamo effettuato con gli atleti. A nostro giudizio e a giudizio del nostro collegio difensivo, guidato dall’avvocato Chiacchio, avremo modo di chiarire la bontà della nostra attività al punto che chiederemo il proscioglimento. Siamo convinti che questo deferimento non porterà a nulla e che tutto sarà chiarito nelle sedi competenti.

Riguardo al secondo aspetto, quello relativo alla scadenza delle ritenute Irpef e i contributi Inps, stiamo valutando le decisioni da assumere.

Detto questo, trovo veramente incredibile che, di fronte ai momenti di difficoltà della società, ci siano reazioni che non ho difficoltà a definire indecenti da parte di alcuni soggetti che quando vinciamo scompaiono e quando siamo in difficoltà sono in prima linea.

Voglio essere chiaro: quando dico che a Siracusa il calcio non interessa, intendo proprio questo. Nelle altre piazze, non molto lontano dalla nostra, i sostenitori si stringono attorno alla squadra e alla società nei momenti di maggiore difficoltà. Perché almeno la passione va condivisa. Se qualcuno pensa che gli sforzi fatti da me a della mia famiglia siano dovuti, non ha capito nulla.

Non voglio statue, inni, cori. Non mi interessa. Ma pretendo il rispetto che merita chi, solo con risorse personali, ha portato il calcio siracusano a quelli che storicamente sono stati i suoi massimi livelli, vale a dire la Serie C.

Senza apparire intimidatorio o altro intendo condividere con tutti la mia riflessione, che non è certo recente, sulla opportunità-necessità di rivedere il mio impegno con il Siracusa. Perché se non va bene niente (dirigenti, staff, campagna acquisti, costo degli abbonamenti, costo dei biglietti, condizioni dello stadio, orario delle partite) e soprattutto non va bene un sesto posto in classifica, non posso che prenderne atto. Nella massima serenità. Di tutti”.

E infine conclude: “E se questo dovesse accadere, spero che dopo di me ci sia chi potrà dare al calcio siracusano il lustro che merita”.