N”essuna opera di risanamento seria, costruttiva, programmatica è mai stata messa in atto nel Sito di Interesse Nazionale di Siracusa, Priolo, Augusta e Melilli”. La denuncia arriva da parte di Cgil, Cisl e Uil che in una nota congiunta richiamano gli organi competenti, Stato, Regione e Industrie a compiere ognuno per la sua parte il proprio dovere. “Nonostante da anni – si legge nella nota – i sindacati tutti, le popolazioni interessate e le istituzioni ne abbiano reclamato con forza l’attuazione anche mediante iniziative di mobilitazione e di sensibilizzazione. La domanda è: il mancato avvio delle bonifiche è legato alla disponibilità delle risorse economiche o alla mancanza di interesse preciso alla loro attuazione e all’ottenimento di una sostenibilità ambientale dei siti inquinati? e ancora: decidere di investire nel recupero del nostro territorio inquinato sarebbe il primo passo verso la crescita sostenibile e la rinascita economica anche attraverso la capacità di esercitare una rinnovata attrazione di investimenti? Il risanamento ambientale servirebbe a ricostruire un riallineamento fra industria e territorio oggi profondamente messo in crisi e privo ormai della necessaria fiducia reciproca?” I sindacati reclamano una verifica stringente tra Ministero dell’Ambiente e Regione Siciliana per comprendere dove si annidano le responsabilità politiche, tecniche e per svelare le vere intenzioni riguardanti le bonifiche. “Se non decollerà il settore delle bonifiche, anche come opportunità di occupazione, – ammoniscono i sindacati – non riusciremo a riconvertire il sistema produttivo. Il Governo e il Parlamento devono intervenire concretamente sul processo di risanamento ambientale, risolvendo una volta per tutte il problema delle risorse, e il mondo industriale faccia la sua parte mettendo in campo azioni concrete, creando – concludono -quell’auspicabile equilibrio tra ambiente salute e lavoro che può aprire una prospettiva concreta di lavoro e di sviluppo”.