il debutto

Siracusa, “I Cavalieri” di Aristofane: i politici e la bramosia del potere. LE FOTO

Siracusa, "I Cavalieri" di Aristofane: i politici, ieri come oggi, accecati dalla bramosia del potere

La politica presa di mira nel suo punto più debole che, ieri come oggi, rimane la bramosia del potere. Un potere talmente desiderato e per ottenere il quale si mette in campo ogni forma di demagogia e populismo. Tutto questo è la commedia “I Cavalieri” di Aristofane, che, con la sua penna graffiante, offre al pubblico ludibrio i politici del suo tempo: ignoranti, volgari e imbroglioni, capaci di mentire guardando dritto negli occhi i propri interlocutori senza tradirsi.
Tutte caratteristiche che molti riconoscono nei politici di oggi: tanti sono, infatti, i riferimenti alla situazione politica attuale.

Eccezionale il cast: in testa a tutti Francesco Pannofino, che, nelle vesti del Salsicciaio, ha interpretato come meglio non poteva l’uomo preso dalla strada dai due servi, Demostene (Giovanni Esposito) e Nicia (Sergio Mancinelli), e gettato letteralmente nell’agone politico per “eliminare” Paflagone (Gigio Alberti), il primo ministro odiato dai Cavalieri, invidiosi del suo potere e stanchi delle sue ruberie. Il salsicciaio incarna il politico ignorante, che impara presto che la sua volgarità e le sue bugie sono le caratteristiche necessarie per farsi scegliere da Demo (Antonio Catania), che rappresenta il popolo. Inganni, bugie e ruffianerie consentono al Salsicciaio di conquistare Demo/il popolo e ottenere il potere. Ogni passaggio è condito dalle musiche di Roy Paci, che nel ruolo del Corifeo, interpretato egregiamente, accompagna il pubblico nei vari passaggi della commedia. Il coro è invece formato dagli allievi dell’Accademia d’arte del dramma antico e da Simonetta Cartia.
Nel testo appare chiaro il riferimento ai nuovi politici che, privi di una qualsivoglia formazione, vengono “dalla strada” e che usano le argomentazioni che toccano più da vicino il popolo, facendo le promesse che il popolo vuole sentirsi dire, sapendo già in partenza di non poterle mantenere. Illuminanti in tal senso sono il grido “onestà” che accompagna l’ascesa del Salsicciaio e il discorso finale del Salsicciaio stesso, eletto primo ministro, che invoca la chiusura dei tribunali e il condono per tutti i venditori di acciughe. Di contro c’è il discorso di Demo che mette in guardia la politica quando dice che comunque il popolo è in qualche modo cosciente delle bugie che gli vengono propinate dai politici e che quando si stufa, decreta la loro fine e la loro caduta dall’olimpo dei potenti di turno.
Le scene sono volutamente essenziali, interessante l’idea dei costumi ispirati ai fumetti e ai pupi siciliani con i cavalieri che indossano delle originali maschere. Impeccabile la regia di Giampiero Solari.
I Cavalieri, che sarà in scena fino a domenica 8 luglio, è la quarta delle sei produzioni inserite dalla Fondazione Inda nel calendario del 54° Festival al Teatro greco di Siracusa.