E’ una crisi economica senza precedenti quella che attraversa il territorio della provincia di Siracusa e i consumi sono assimilabili a quelli del post guerra. Solo la zona sud e quella montana vivono una situazione un po’ meno grave. A dirlo è il presidente provinciale della Confcommercio, Sandro Romano, nel primo giorno dei saldi invernali, primi in Italia, che in teoria dovrebbero dare una boccata d’ossigeno agli affari degli operatori commerciali del territorio.
L’analisi di Romano è lucida e circostanziata:
“I ribassi o sconti, che dir si voglia, non possono lenire la grave crisi che dura ormai da troppo tempo: la gente compra di meno, nonostante i prezzi in molti casi siano più bassi, anche nella grande distribuzione, riducendo così al lumicino i ricavi per i commercianti. Nel periodo delle feste, le vendite nel settore dell’abbigliamento e degli accessori, rispetto allo scorso anno, sono calate del 12% e i saldi non possono essere risolutivi”.
Il problema secondo il presidente della Confcommercio siracusana ha un’origine ben precisa:
“Il problema è di natura politica e quando dico politica intendo non solo le amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni, ma anche le deputazioni nazionali e regionali, che non hanno dato e non continuano a dare risposte risolutive alle tante problematiche del territorio su tutti i fronti, dal piano paesaggistico, alla bonifica del territorio, all’aggressione dell’abusivismo commerciale. La fuga da questa città ha proporzioni gigantesche: nell’ultimo decennio la popolazione residente è calata di circa 10.000 unità, ma ad andare via sono stati molti di più: a contenere la perdita contribuisce il numero degli extracomunitari che si sono regolarizzati e hanno preso la residenza, e quei siracusani che vivono altrove ma non hanno ancora cambiato la propria residenza. Siracusa è sempre di più una città senza servizi che vive un dramma senza precedenti e questo nonostante potenzialità immense. E’ come se avessimo una scuderia di Ferrari, che vengono tenute chiuse in garage”.
L’amarezza è forte tanto quanto la rabbia di doversi confrontare ogni giorno con operatori commerciali stremati e senza prospettive.
“E proprio per venir fuori da questo pantano, abbiamo dato vita ad un gemellaggio con la provincia di Alessandria che ci ha permesso di scambiare forniture, esperienze e professionalità e di avviare proficue collaborazioni in prima battuta nel campo della pasticceria. Un’esperienza positiva che coinvolgerà a breve altri settori a cui dare possibilità di crescita. Se la politica non fa la sua parte, diventa nostro dovere attivare nuovi percorsi che possano garantire sviluppo”.