“Il Il Siciliano: lingua o dialetto?” Questo il tema di un incontro che giovedì 5 gennaio, il noto studioso di tradizioni popolari, Corrado Di Pietro ha tenuto, presso il Circolo Unione di Siracusa, su invito della Sezione di Italia Nostra. Il relatore ha ripercorso, servendosi anche di grafici, le varie tappe durante le quali la “parlata siciliana” è venuta a formarsi, acquisendo termini e strutture derivanti dalle lingue dei vari dominatori che si sono susseguiti nel corso dei secoli nella nostra terra. Particolare attenzione è stata posta sul dialetto parlato a Siracusa, che conserva ancora nella struttura del periodo e in molti termini apporti delle lingue greca e latina. Non meno importanti, secondo Di Pietro, i termini derivati dall’arabo o risalenti alla lingua dei Siculi che molti studiosi fanno derivare addirittura dal Sanscrito soprattutto per la pronuncia della doppia “D” finale. E’ stato inoltre evidenziato il primato del siciliano per quanto riguarda l’impostazione grammaticale, lessicale e strutturale che costituì un modello per le lingue di altre popolazioni, compreso il toscano. Per queste ragioni il Siciliano, ha concluso Di Pietro, deve considerarsi “ lingua” e non dialetto. A questo proposito basti pensare all’origine della “Scuola poetica siciliana” il cui modello servirà da stimolo a quella del “Dolce stil novo”.