Chi è animalista aborrisce la violenza e la condanna, e certamente non la pratica. Chi è animalista non si batte soltanto per la difesa di chi non ha difese, ma è anche ambientalista, odia ferocemente i cacciatori (soprattutto quelli che con faccia tosta si autodefiniscono difensori dell’ecosistema) e mal tollera i pescatori (*), spesso è vegetariano o vegano e quindi, se vogliamo scomodare la teoria filosofica del “tu sei ciò che mangi”, è anche molto meno aggressivo e più pacifico di un carnivoro (teoria tutta da dimostrare e quasi sempre sconfessata dai fatti e dagli avvenimenti).
E’ di questi giorni una notizia che ha fatto inorridire tutta l’Italia, sia quella vegetariana che quella carnivora. Un cialtronello, un no.hope.boy, uno scarto del genere umano, come è stato definito sui social, ha ucciso a cuor leggero il pacifico gatto ortigiano Arturo, con calci e pestoni, senza un plausibile motivo, ammesso che ne possa esistere uno.
La cattiva notizia è che Arturo è morto dopo una straziante agonia, la buona notizia è che l’assassino è stato identificato dai Carabinieri siracusani. Questo immondo scimunito, che ha l’unica attenuante di non essere sanissimo di mente, adesso rischia una condanna da due mesi a quattro anni. Non abbastanza per alcuni attivisti siracusani che avrebbero incontrato il seviziatore/assassino per un “pacato” confronto sull’avvenimento. Alla fine del dibattito il no.hope.boy sarebbe stato involontario protagonista di un violento pestaggio. C’è da specificare che le fonti ufficiali non confermano la notizia del ricovero in ospedale dell’assassino, ma parlano genericamente di rissa, senza alcuna specifica circa le cause e le identità dei protagonisti. La notizia che circola in questi giorni sui social non sarebbe fondata, quindi, almeno per ciò che concerne il presunto ricovero del balordo in ospedale. E’ stata un’associazione denominata “Protezione animali Siracusa” a riportare la cosa, con uno scarno post dietro il quale si cela, ma non tanto, il tono orgoglioso di una vendetta ineluttabile che rimette in pari lo score della vertenza. Il post recita: VI RIPORTIAMO LA NOTIZIA CHE L’UCCISORE DEL GATTO ARTURO E’ IN OSPEDALE, MASSACRATO DI BOTTE. Non si legge, a corredo della notizia, alcun commento da parte dei latori della stessa. Gli unici rilievi che si leggono sono quelli di lettori legittimamente inferociti che si ritengono insoddisfatti della punizione inferta, perché avrebbero voluto assistere alla decapitazione in diretta dell’assassino di Arturo. L’applicazione della legge della giungla, l’occhio per occhio: esattamente ciò contro cui si batte da sempre il popolo dei pacifisti, costituito largamente da animalisti, vegetariani e vegani. I tempi bui in fatto di diritti umani che stiamo vivendo hanno contaminato anche l’humus animalista? Una voce stonata che proviene da un coro di garantisti? Una mia personale sopravvalutazione delle capacità di discernimento degli animalisti?
Si è detto: “Se la giustizia italiana non funziona, bisogna che il popolo si organizzi da solo”, dimenticando che le forze dell’ordine hanno catturato in un batter d’occhio l’assassino e che la Giustizia deve attenersi a ciò che la legge prescrive. Chi scrive le leggi di questo paese ha sempre sottovalutato l’aspetto dei diritti degli animali, impegnato com’è a stabilire le regole pro domo sua, a favore delle corporazioni e dei poteri forti, non sta lì a perdere tempo con gli animali…
In Norvegia opera un’unità di polizia specifica per indagare sulle crudeltà verso gli animali, in Svezia e Danimarca esiste una peculiare legislazione in materia di violenza sugli animali (in questi paesi esistevano bordelli specializzati nella zooerastia: in cambio di una manciata di euro, si poteva scegliere il “partner” attraverso un catalogo di povere bestiole abbigliate con calze a rete e tacchi a spillo; è vero, sembra il soggetto di uno di quegli allucinati film giapponesi di Chiaki Yuriyama o Shinya Tsukamoto, ma è l’agghiacciante, inaccettabile realtà), in Austria, Polonia, Belgio, Malta, Danimarca, Estonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Grecia, Cipro, Finlandia, Croazia, Slovenia e Gran Bretagna esistono leggi che impediscono l’uso degli animali nei circhi, in molti paesi europei (una volta tanto è compreso il nostro) dal 1993 è vietato il tiro al piccione ed è riconosciuta l’obiezione di coscienza alla vivisezione, dal 2005 è obbligatorio il soccorso stradale per l’animale investito. Da troppi anni il Parlamento italiano non si pronuncia in materia di diritti degli animali, e non c’è da sperare che ciò avvenga nei prossimi mesi, durante i quali si dovranno necessariamente affrontare questioni che credevamo ormai archiviate, come quella della difesa dei diritti umani, delle donne, delle minoranze.
Personalmente non provo alcuna compassione per questa maleodorante crosta infetta con sembianze umane che starebbe leccandosi le ferite (e non in senso figurato) nascosto da qualche parte al riparo dal rischio di una nuova rappresaglia, ciò che mi angoscia fortemente è che chi pensa di farsi giustizia da solo, poi ne vada fiero raccogliendo le ovazioni di una larghissima fascia di “animalisti”.
(*) che poi, se dobbiamo dirla tutta, non si capisce perché mai questa disparità di trattamento; anzi, si capisce benissimo: tutti noi siamo stati o siamo fortemente influenzati dai cartoni animati, i cui autori hanno sempre antropomorfizzato (lo so, è un termine terrificante, ma questo c’è…) i personaggi protagonisti delle loro storie, dal coniglietto alla papera, dal coyote allo struzzo. Va da sé che l’empatia che si prova per Bugs bunny è di gran lunga superiore a quella per un coniglietto vero che appare sullo schermo di casa. E’ anche vero che un grande successo hanno riscosso Nemo il pesce pagliaccio e Dory la pesciolina chirurgo, ma appartengono alla produzione disneyana post-2000 ed il corso della sedimentazione nell’immaginario umano è pertanto ben più recente di quello del cane Pippo o di Topolino. Giusto per informazione: quando gettate un’aragosta viva nell’acqua bollente non è che, siccome non grida, non soffra. I pesci, i molluschi, i crostacei sono dotati di recettori sensoriali come tutti gli animali del pianeta. Chi pretestuosamente sostiene il contrario non è documentato ed inoltre non ha mai letto “Sabato” di McEwan, che parla d’altro, ma che dedica una preziosa riflessione sull’argomento.
Una botta di veleno di carattere personale per concludere: la prossima volta che mi imbatto in qualcuno che dice di essere vegetariano e di mangiare “solo” il pesce, mi dimentico di essere pacifista-garantista e gli scoppio le ruote della macchina!
BRUNO FORMOSA