“Si è frantumato il loro ricorso”, sono queste le parole dalle consigliera Simona Princiotta subito dopo la seduta in Commissione provinciale di garanzia del PD, convocata dietro richiesta di alcuni consiglieri di maggioranza.
Il punto è soltanto uno: eliminare la Princiotta dal partito, sì o no?
Ma la consigliera è profondamente infastidita dall’atteggiamento del Partito Democratico nei suoi confronti, e denuncia una mancata supervisione di alcuni atti da lei richiesti parecchie volte. Ancora una volta la consigliera denuncia la presenza in commissione della consulente del sindaco, “evidentemente troppo di parte” spiega a Siracusa Post.
E poi c’è un nodo fondamentale: la legittimità della Princiotta all’interno delle liste consiliari del Partito Democratico, e questo perchè la donna è arrivata in Aula tramite lista civica e non del Partito Democratico alla quale si è tesserata subito dopo. E sarebbe proprio questo il motivo per cui gli altri consiglieri che hanno firmato alcune denunce insieme alla Princiotta non sono stati convocati in Commissione.
“Io sono obbligata a stare in Consiglio con il Pd, l’ha decretato nel 2013 la Commissione regionale di garanzia” – sottolinea Simona Princiotta – “Questo volermi buttare fuori non ha valore, è solo un capriccio politico. Loro – in riferimento alla maggioranza del Pd – non hanno mai sopportato le mie denunce, peraltro analizzate dalla Procura e che proprio in questi giorni stanno avendo un seguito. La verità è che sono scomoda”.
Dall’altra parte del Pd bocche cucite, poche parole solo per spiegare che l’espulsione della consigliera dal Pd è un percorso al quale si è arrivati tramite un ricorso importante e che conta parecchi punti, e non solo le mille votazioni contrarie in Consiglio della Princiotta.
Comunque la vicenda è tutta in corso d’opera. Il presidente della Commissione ha spiegato a Siracusa Post che entro questa settimana, massimo la prossima, i componenti si riuniranno per discutere della vicenda e arrivare (forse) a un punto fermo.