55° ciclo

Siracusa, Le Troiane al Teatro Greco: in scena l’inutilità della guerra. VIDEO

Siracusa, Le Troiane di Euripide al Teatro Greco: in scena l'inutilità della guerra e la rinascita simboleggiata dagli abeti abbattuti in Friuli

Gli abeti rossi del Friuli Venezia Giulia, abbattuti dalla tempesta “Vaia” dello scorso ottobre, rinascono simbolicamente nella scenografia di Le Troiane di Euripide, ma le lacrime sui volti delle attrici intonano la musica del pianto: la guerra di Troia è finita, la città è distrutta.
Un messaggio di speranza che si mescola a brutalità, crudeltà e distruzione seminata dalla guerra che, come sempre, non ha lasciato alle spalle nè vinti nè vincitori.

Saranno soddisfatti i “puristi” dello spettacolo in scena stasera, dopo che ieri, per “Elena” hanno storto il naso. Le Troiane, al Teatro Greco di Siracusa, in scena nell’ambito della 55esima edizione del Festival degli spettacoli classici, è rimasto molto fedele ai canoni della classica tragedia greca.
Sono ancora le donne protagoniste del dramma, le donne troiane che raccontano l’umiliazione di essere assegnate come schiave ai vincitori greci.

“Chiunque abbia senno deve evitare la guerra” – dice Cassandra che viene data ad Agamennone come schiava, come premio di guerra. Andromaca andrà a Noettolemeo, ed Ecuba ad Odisseo. Ciascuna ha perso il proprio uomo in battaglia.
Ma il dolore non finisce qua. Andromaca viene a sapere che il figlio, ancora in età fanciullesca, verrà ucciso dai greci per evitare che possa un giorno vendicare la morte del padre.
E così accade.

Il picco dello strazio sarebbe dovuto essere il momento in cui Andromaca abbraccia per l’ultima volta suo figlio, con la consapevolezza di non rivederlo mai più. In realtà, a parte l’ottima performance del bambino che ha incantato il pubblico, l’immagine di quell’ultimo abbraccio è passata sotto tono.
Principale la scena dell’agone giudiziario tra Ecuba ed Elena, che però forse non ha del tutto fatto presa sul pubblico, probabilmente a causa di poco pathos ed una battaglia a colpi di dialettica poco incalzante tra le due. Apprezzabile il tentativo della regista, Muriel Mayette-Holtz, di coinvolgere il pubblico invadendo la cavea con gli attori.
Superba l’ultima immagine, quando Troia viene data alle fiamme e tutta la scena si tinge del rosso delle fiamme (vedi il video).

C’è da dire che alla fine dello spettacolo il pubblico ha mostrato apprezzamenti, invadendo anche la scena per complimentarsi con gli attori. Chiuso il sipario, ancora applausi scroscianti.

di Oriana Gionfriddo