Basta, stop, finita: Pippo Zappulla è fuori dal Partito Democratico. Insieme a lui una consistente parte del Pd, cioè quella riformista, abbandonerà il Partito per aderire a una sorta di nuovo “Ulivo” tutto ancora in costruzione.
A Siracusa lo scenario politico è molto particolare: da un lato l’area riformista che pare uscirà presto dal Pd, dall’altro i renziani (divisi in sottogruppi) che avranno ancora più forza e infine la corrente che fa capo all’ex capo di gabinetto del Comune, Giovanni Cafeo, mediamente renziano ma in rottura con il renziano doc della città, il sindaco Giancarlo Garozzo.
Spaccare il Pd è una follia, io non abbandonerò mai un progetto politico sposato anni fa – ha spiegato Cafeo – Io non solo rimango all’interno del Partito, ma metaforicamente voglio essere la cerniera che chiude tutti i rapporti politici che vi sono all’interno
Un dovere politico e morale quindi nei confronti di una classe dirigente che ha bisogno di essere tutelata.
In me – continua Cafeo – c’è tanta frustrazione per non riuscire a far uscire il Pd dal piccolo angolo nel quale si è chiuso a causa del sindaco, che troppo accecato dalle indagini e dai riflettori dei media non riesce più a tenere alti i toni. Il dialogo politico si è ridotto davvero a un basso livello. Nonostante questo io sarei anche pronto a dialogare con Garozzo, ma è lui che non vuole dialogare con il partito. Tra gli alleati, vedo importante il rapporto con Bruno Marziano. Ma la verità è che per il Pd chiunque abbandona è una grave perdita
Dalla parte riformista però è ancora tutto in ballo, perchè se da un lato Zappulla è deciso a lasciare, dall’altro ci sono personalità politiche a lui molto vicine , tra cui Turi Raiti, coordinatore della sinistra riformista, che non ha dichiarato di essere fuori dal Pd. Anzi, con forza ha ribadito l’idea di essere ancora dentro e di non aver preso una scelta.
Ma a questo quadro si aggiunge anche la vicenda della direzione cittadina che aveva chiesto a Garozzo di azzerare la Giunta. Alla risposta positiva del sindaco, il Pd aveva deciso di prendersi 2 settimane di tempo per riflettere. Questo fatidico tempo è finito ed ancora non si è deciso nulla. Il segretario cittadino, Marco Monterosso, spiega a Siracusa Post che “si è in attesa della risposta dalla segreteria regionale per un eventuale incontro”.
Ma al di là di questo, Cafeo proprio ieri aveva avanzato la richiesta di fare un incontro con tutte le anime del partito per discutere dei veri problemi della città e quindi cambiare registro politico: per una volta non parlare di numeri e poltrone ma solo di criticità legate a una città sempre più lontana dalla politica. La richiesta, balzata alle orecchie di Monterosso, è stata ben accolta, sempre se Giancarlo Garozzo è ancora disposto a dialogare col partito. E anche su questo il mistero s’infittisce, perché il sindaco poco tempo fa ha dichiarato proprio a Siracusa Post di non aver mai chiuso le porte al partito.
Fatto non trascurabile è che nel 2018 Siracusa è chiamata alle urne, e i nostri politici diffidenti l’uno con l’altro stanno iniziando a preparare i candidati e la conta ha avuto già inizio. Il Partito Democratico a Siracusa ha un problema di credibilità alla vista della cittadinanza, e questo lo conferma lo stesso Monterosso:
L’unico modo per uscire dal fango del Pd è far capire alla città che il partito non è solo inchieste e riflettori e quindi prendendo le distanze da Garozzo. Ma prima di fare questo, vogliamo fare un ultimo tentativo di far ragionare il primo cittadino, convocando una riunione senza toccare altri argomenti se non il benessere della città
Più di così dalle scrivanie del Pd non è dato sapere. La sensazione che si respira è quella che, a parte un’area che abbandonerà il partito, gli altri stanno prendendo tutti le distanze dal primo cittadino, stringendo alleanze tra loro. Insomma, (apparentemente) mi fido di te ma non mi fido degli altri.