UNO SPARO NEL BUIO

Del Negazionismo (ovvero il virus del cretino e mezzo)

DEL NEGAZIONISMO (OVVERO IL VIRUS DEL CRETINO E MEZZO)

DEL NEGAZIONISMO (OVVERO IL VIRUS DEL CRETINO E MEZZO)

 

Partiamo dal dato più agghiacciante, togliamoci questo dente. Più del 15% degli italiani crede che l’olocausto nazi-fascista non sia avvenuto. In soldoni questo vuol dire che se ci facciamo un girettino per corso Umberto (o anche viale Zecchino, non importa) incontriamo mediamente una decina di persone al minuto e, di queste, una e mezza non crede allo sterminio degli ebrei in Europa. Glissando sul mistero di come riesca quel mezzo siracusano ad andarsene in giro per corso Umberto, concentriamoci sul dato ancor più inesplicabile: come faccia, cioè, quel siracusano intero a sconfessare la Storia, i filmati, le foto, le testimonianze, i libri, i film.
Le cose sono due: o quel siracusano e mezzo è un genio, e sovrasta per intelligenza e cultura i restanti otto siracusani e mezzo che la pensano diversamente, oppure è un cretino e mezzo. L’Eurispes, che ha prodotto il relativo rapporto, crede che costui sia un cretino, anche se non può dirlo chiaramente.
Ancora più preoccupante è il dato della verticale crescita negli ultimi dieci anni dei presunti “cretini”, che sono passati dal 3% al 15,6% circa nel giro di appena due lustri.
Cosa può mai essere successo? Un virus silente si è diffuso in così breve tempo? Esiste un “Cretino-virus” e non lo sappiamo? No, è più facile concludere che sia trionfalmente passato il messaggio della classe politica degli ultimi dieci o quindici anni, qualcosa che somiglia a: “Puoi fidarti di me, io vado a mignotte, rubo furbescamente, aggiusto le cose, citofono alla gente, fingo di impegnarmi per fronteggiare la destra italiana più violenta, fingo di rinunciare a privilegi e vitalizi, insomma faccio ciò che tu faresti al mio posto, se potessi. Siamo molto simili, ed allora è perfettamente inutile che tu prenda un mano un libro, è una perdita di tempo ascoltare gli storici, vedere noiosi documentari  o interminabili film in bianco e nero che, fra l’altro, contengono macroscopici errori tecnici (come quello della bambina con il cappotto rosso mentre tutti gli altri ce l’hanno grigio); insomma, se ti serve sapere qualcosa, chiedi pure a me e nel frattempo continua pure a seguire in tivvù la D’urso, la Defilippi ed i programmi di cucina, o al massimo Vespa e Giletti.”
Si, deve essere passato questo messaggio, ma adesso teniamoci forte, il bello sta per arrivare!
 
Sarebbe logico concludere che gli intervistati che si sono dichiarati scettici circa la Shoa, siano massicciamente simpatizzanti dei partiti più intransigenti verso le regole della convivenza, dell’accoglienza, della solidarietà, dei partiti che marcano le differenze fra una “razza” ed un’altra, fra una provenienza geografica ed un’altra. L’Eurispes (sempre lui) ci racconta una storia differente: gli intervistati negazionisti appartengono prevalentemente alla Lega ed a Fratelli d’Italia – è vero – ma, fra i simpatizzanti del Movimento 5 stelle, quasi il 20% del campione si è dichiarato revisionista.
Infine, fra gli intervistati del centrosinistra, uno su quattro si dichiara tiepidamente possibilista sulla teoria negazionista o, quanto meno, pensa che il numero delle vittime dell’olocausto sia inferiore a quello dichiarato dagli storici (quindici milioni di morti).
I canali di approvvigionamento storico e statistico a cui costoro attingono non sono noti, ma la dinamica sembra appartenere al ventaglio delle leggende metropolitane: “Mio cugino mi ha detto che sua sorella gli ha detto che qualcuno sull’autobus ha sentito che la moglie di un professore di Storia ha letto su Internet che i campi di concentramento non sono mai esistiti. Ah, e un’altra cosa: la terra è piatta
 

                                                                                                                                 BRUNO FORMOSA