La pallanuoto, dopo la sospensione del campionato, decisa a inizio ottobre, poco prima della disputa della prima giornata, si prepara a ripartire.
La FIn e i presidenti delle società hanno deciso di dividere il campionato in 4 gironi (tre da tre e uno da quattro squadre), che partirà il 7 novembre, con due fasi successive che consisteranno in due gruppi élite da quattro squadre ciascuno (le prime due qualificate da ognuno dei 4 gironi della prima fase) e uno di play-out (con le cinque eliminate). Partite sempre di andata e ritorno. Quindi semifinali e finali scudetto (incrociando le prime due classificate di ognuno dei due gruppi élite). Mentre, dal girone con le cinque eliminate, l’ultima classificata sarà retrocessa direttamente in A2.
L’Ortigia giocherà nel gruppo C, con Lazio e Telimar Palermo. Prima giornata in casa, a Siracusa, il 7 novembre contro la Lazio.
Giuseppe Marotta, presidente onorario dell’Ortigia e consigliere federale, in una lettera aperta, racconta lo sforzo profuso da tutto il movimento per poter trovare una soluzione e lancia un appello a tutti gli addetti ai lavori.
“Dopo tante riunioni è emersa una formula più breve ma ugualmente competitiva che mira a ridurre i rischi sanitari, diminuisce le trasferte (con un risparmio anche in termini di costi per le società), allarga la distanza temporale tra una partita e un’altra, aumenta il livello di prevenzione e sicurezza, con una più efficace azione di screening sanitario, in attuazione dell’apposito protocollo.
Di fronte a tutti questi sforzi, però, sento di lanciare un appello a tutti i protagonisti di questo sport, principalmente a giocatori, tecnici e staff, a seguire con attenzione e rigore le regole basilari di prevenzione, come l’uso della mascherina, il rispetto del distanziamento, le norme igieniche. Comportamenti virtuosi che possano ridurre al minimo o azzerare il rischio di nuovi contagi. Senza questa collaborazione, si rischia di vanificare tutti gli sforzi che federazione e società, insieme ai medici, stanno profondendo ogni giorno per rimettere in moto questo sport.
La pallanuoto e il suo movimento non possono più permettersi uno stop, così come non possono permetterselo i gestori degli impianti, perché lo shock economico rischierebbe di ridimensionare o perfino far saltare tutto in maniera irrimediabile”.