Salgono i toni del dibattito sul bando del servizio idrico integrato del Comune di Siracusa. Sulla questione interviene ancora Salvo Baio, già presidente della Siam negli anni ’90 che chiarisce i termini della vicenda, invitando l’amministrazione comunale a spiegare le proprie scelte:
“Perchè i sindacati dei dipendenti Siam contestano (giustamente) la clausola sociale inserita nel bando di gara per la gestione idrica?
La risposta sta nel confronto tra l’articolo 50 del decreto legislativo 50/2016 e l’articolo 173 del decreto legislativo 152/2006. In base al primo decreto (che è quello inserito nel bando di gara) come ha sentenziato il Consiglio di Stato, non c’è alcun obbligo per l’impresa aggiudicataria di un appalto di assumere a tempo indeterminato e in forma generalizzata il personale proveniente dalla precedente società affidataria. Non c’è inoltre alcun obbligo di applicare ai lavoratori le stesse mansioni e qualifiche che avevano col precedente datore di lavoro. Come si vede, con la clausola sociale contenuta nel decreto legislativo 50/2016, il posto di lavoro non è affatto garantito, come non sono garantite le mansioni e le qualifiche possedute.
Col decreto legislativo 152/2006, il personale dipendente da imprese che operano nel settore idrico passa direttamente ed incondizionatamente col nuovo gestore che ha vinto la gara. La clausola sociale è piena e garantisce tutti i lavoratori.
Allora perché l’amministrazione Italia ha scelto l’opzione più svantaggiosa per i lavoratori, applicando un decreto che non riguarda il settore idrico? Il sindaco Italia e l’assessore Coppa devono dare un risposta chiarificatrice e modificare il bando. Tutti, non uno di meno, i lavoratori Siam devono essere salvaguardati. All’assessore Gradenigo consiglio di fare le stesse dichiarazioni al prossimo incontro con i lavoratori della Siam e i sindacati. Sono sicuro che si sentiranno tutti rassicurati dalle sue parole e loderanno la sensibilità degli amministratori comunali. Mi permetto di aggiungere che l’unica cosa irresponsabile in questo momento (e non solo in questo momento) è mettere a rischio anche un solo posto di lavoro”.
