Devastazione: questo è ciò che appare sulla scena di Coefore Eumenidi di Eschilo, che ieri sera ha debuttato al Teatro greco di Siracusa, segnando il ritorno della tragedie nella cavea del Temenite dopo un anno di stop dovuta alla pandemia.
Un ponte crollato sullo sfondo con la neve che avvolge tutto, anche divani e pianoforti. In scena oltre ai protagonisti: Oreste, Elettra, Clitennestra, Egisto, c’è la presenza costante del fantasma di Agamennone ucciso dalla moglie che appare su una ledwall rotondo che domina tutto. Per la sua morte i figli cercano vendetta, una vendetta che Oreste consumerà con l’uccisione della madre, appoggiato in questa sua azione da Apollo. E per questo sarà sottoposto al giudizio di un tribunale presieduto da Atena.
La messa in scena voluta dal regista Davide Livermore è di grande impatto emotivo con contaminazioni, nell’abbigliamento o nell’utilizzo di oggetti decisamente più “moderni” come le pistole che mettono in costante collegamento il passato con epoche successive come spiega Livermore nelle sue note di regia: “La narrazione di questa vicenda è il più vicino possibile ai nostri tempi. Non siamo ‘modernisti’, ma artisti e abbiamo la responsabilità di dare vita alle parole della tragedia, materia viva e pulsante che racconta le umane fragilità, a volte terribili”.
Il manto di neve che avvolge tutto è ben presto spiegato: “Una neve dolorosa – rivela Livermore – che congela il corpo della tragedia, lo sospende per dieci anni, dieci lunghissimi anni in cui un bambino, Oreste, diventerà un assassino matricida.
Ma questo assassino sarà giudicato in un atto che viene considerato il fondamento della democrazia occidentale, ovvero la rappresentazione di Eumenidi.
Oggi, in un nuovo mondo, quello post-pandemico – aggiunge il regista – abbiamo la responsabilità di denunciare sempre a grande
forza i limiti e la dolorosa imperfezione di un sistema democratico; in Eumenidi ne comprendiamo tutta la natura, poiché l’atto fondativo di essa è l’assoluzione di un assassino da parte di un giudice, Atena, e di un avvocato, Apollo, che per la loro stessa natura divina determinano una disparità del giudizio al limite dell’iniquo”.
Musica e immagini fanno il resto, come quelle proiettate alla fine sul ledwall al posto del volto del fantasma di Agamennone che ci riportano a tragedie più vicine e contemporanee a noi e che come in un fil rouge in prosecuzione con il passato segnano la storia dell’umanità.
Nel cast Laura Marinoni (Clitennestra), Giuseppe Sartori (Oreste), Anna Della Rosa (Elettra), Stefano Santospago (Egisto), Giancarlo Judica Cordiglia (Apollo), Olivia Manescalchi (Atena), Maria Grazia Solano (Cilissa e la Pizia), Gaia Aprea, Alice Giroldini, Valentina Virando, Chiara Osella, Graziana Palazzo e Silvia Piccollo (Le Coefore), Maria Laila Fernandez, Marcello Gravina e Turi Moricca (Erinni-Eumenidi).