La corrente orlandiniana del Pd, guidata da Bruno Marziano e Turi Raiti, riunita questa mattina al Jolly Hotel per accogliere e sentire il loro candidato alla segreteria nazionale del Pd, Andrea Orlando, ministro di giustizia del governo attuale. In apertura di intervento Orlando ha confermato quanto detto sin dal primo momento riguardo la sua decisione di candidarsi: “la mia idea – ha riferito – nasce dall’esigenza di difendere il progetto originario del Pd. Nonostante le maggiori forze dello stesso si siano schierato con Renzi, e anche le maggiori forze del Governo”. Sollecitato poi a parlare della situazione politica che vive attualmente la Sicilia ha detto ancora: “In Sicilia c’ è un grosso gap da recuperare; confido nel 30 aprile”. Sollecitato su altri temi, tra cui gli ormai noti “veleni in Procura a Siracusa” il ministro ha preferito non commentare”.
Ma se sui temi caldi legati a Siracusa Orlando tiene la bocca cucita, su altri si sbottona, seppur in maniera molto modesta:
“Il Pd ha perso il contatto con la gente. Non riesce a dialogare con i giovani, non trova soluzioni per il Mezzogiorno – dichiara – Bisogna cambiare il sistema del partito attuale, perchè dopo i vecchi risultati adesso i numeri sono in calo. Non è più possibile pensare di correre da soli, ci vogliono le alleanze, ci vuole unione. Altrimenti il rischio è quello di perdere alle prossime elezioni, a livello nazionale, e a maggior ragione in Sicilia”.
Il riferimento ai primi avversari del Pd, il Movimento 5 stelle: “Non possiamo lasciare che gli altri cavalchino il malessere sociale”.
Malessere espresso benissimo dal voto di protesta del 4 dicembre, quando il 60% dell’Italia ha votato No al referendum costituzionale. Almeno questa la chiave di lettura generale, di un paese che ha cercato e ottenuto la mandata dell’ex premier.
“Nel 40% dei Sì c’è anche il mio voto – ha detto – Per cui leggere in questa percentuale solo voti dei renziani è errato, seppure esiste anche questa realtà. Ma il dato è falsato perchè ci sono anche coloro che hanno detto Sì alla riforma, senza tirare in ballo Renzi”.
E infine, l’ultima domanda, la più calda: in caso di risultato negativo, come pensa di poter vivere ancora dentro un partito che ha espresso la sua identità politica dentro e fuori gli iscritti, peraltro identità che lei stesso ha osteggiato?
“Qualcosa degli altri è rimasto in noi e qualcosa di noi è rimasto negli altri – risponde a Siracusa Post – Questa è la democrazia, dove non c’è solo la conta. Se la democrazia è fatta di chi vince che comanda e chi perde corre dietro la volontà del vincitore, non regge il partito. Bisogna discutere. Noi in primis se vinceremo sicuramente terremo conto della volontà dei renziani, e se dovesse andare male apriremo un canale di comunicazione”.
E dopo una breve conferenza stampa altro giro altra corsa per Andrea Orlando, impegnato in un faccia a faccia con i sindacati. A dibattere con il ministro della Giustizia i segretari provinciali di Cgil e Uil, Roberto Alosi e Stefano Munafò, con il componente di segreteria della Cisl siracusana, Antonio Bruno (in rappresentanza del segretario generale Paolo Sanzaro, trattenuto da altro precedente impegno). I tre hanno consegnato al ministro un documento in cui vengono sottolineate diverse priorità fra sviluppo del territorio, salvaguardia dei posti di lavoro, sicurezza e salute.
“Abbiamo voluto sottoporre all’attenzione del ministro Orlando – hanno dichiarato i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil – la situazione drammatica in cui si trovano i lavoratori e le imprese di questo territorio, nonostante le notevoli opportunità, che avrebbero potuto dettare le condizioni e potrebbero farlo ancora oggi, per uscire dalla crisi, o attutirla, prima e meglio di altri”.
In primis, la questione industriale: “Il 21 Dicembre 2005 fu sottoscritto l’accordo di programma per la chimica, un accordo che puntava alla qualificazione e alla reindustrializzazione del Polo Petrolchimico di Priolo; così come quello riguardante gli interventi di riqualificazione ambientali funzionali alla reindustrializzazione e infrastrutturazione delle aree comprese nel Sito di Interesse Nazionale di Priolo. Porta la data del 2008 il piano di risanamento ambientale, un progetto approvato e finanziato per oltre 800 milioni tra pubblico e privato, con una prima tranche di 110 milioni dichiarata erogabile e in realtà rimasta sepolta non si sa dove. A tal proposito il ministro Orlando ha detto di essersene occupato nel breve periodo in cui lui è stato ministro per l’Ambiente”.
Attenzione puntata anche sulla vicenda dell’Autorità portuale: “Abbiamo precisato che si tratterebbe dell’ennesimo scippo che questa provincia rischia di subire immotivatamente, a maggior ragione visti i requisiti che vanta il porto di Augusta, che di certo non ha quello di Catania”.