Aria fritta. Praticamente a questo si è ridotto l’intervento del ministro De Vincenti e del sottosegretario Davide Faraone in visita pochi giorni fa a Siracusa. L’accusa è solleva dal segretario della Cgil siracusana, Roberto Alosi: “Da un ministro – dichiara – non mi aspetto di certo che parli di proposte, tanto più se queste sono le stesse che le organizzazioni sindacali suggeriscono, inascoltate, da anni bensì di soluzioni”.
“Se due rappresentanti istituzionali fanno l’elenco dei problemi, invece di indicare strade e soluzioni, come spetterebbe a due esponenti di governo, allora siano davvero alla frutta! Dire che è importante abbattere le tasse per favorire gli investimenti è come scoprire l’acqua calda. Niente di più populistico, poi, sentir dire che “la carta vincente per la Sicilia potrebbe essere rilanciare la piccola e media impresa, ma l’unico modo per riuscirci è favorire il credito agli imprenditori”. Ovvio, quasi banale, ma se non è il governo a stabilire norme e procedure, chi deve farlo?!”
Il tema principale non era solo la defiscalizzazione ma anche l’Autorità Portuale scippata ad Augusta in favore di Catania. Roberto Alosi valuta anche l’intervento di Davide Faraone “il quale si è ben guardato di indicare quali soluzioni adottare per risolvere il nodo del nuovo ospedale, che la città aspetta invano da anni e con i fondi pronti per essere stornati altrove. La visita ha avuto tutto il sapore della campagna elettorale, e non certo di un incontro con l’obiettivo di invertire la rotta per dare alla Sicilia nuove prospettive future. Mi chiedo se non sia per questo, per evitare imbarazzanti momenti di confronto, che i sindacati non sono stati invitati”.