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Azzurro 70/71 – Quello strepitoso viaggio dall’Azteca al Vomero

Azzurro 70/71 – Quello strepitoso viaggio dall’Azteca al Vomero
“Azzurro 70/71 – Quello strepitoso viaggio dall’Azteca al Vomero”

 
SIRACUSA, 22 APRILE 2021 – In questi giorni segnati dalla furiosa polemica sul progetto di costituzione di una Superlega che, partita dal mondo del calcio ha investito e scosso anche i palazzi delle Istituzioni e gli stessi Governi, arriva sullo scaffale un libro che vuol invece rendere omaggio al calcio che adesso sembra quasi sparito sotto il peso di interessi miliardari e di stadi sempre più desolatamente vuoti (non solo per via della pandemia). E’ un calcio nel quale la bandiera – anzi, la maglia – ha ancora un valore ed un senso per chi la indossa e appassiona i tifosi.

“Azzurro 70/71 – Quello strepitoso viaggio dall’Azteca al Vomero” è un libro scritto a quattro mani dai fratelli Jose e Aldo Mantineo. E’ un racconto lungo quasi un anno che, nel segno della maglia azzurra, parte dalla notte magica di Italia-Germania 4-3, il 17 giugno 1970 allo stadio Azteca ai mondiali di Mexico 70, e termina in quel pomeriggio da leoni del 6 giugno 1971 allo stadio “Arturo Collana” al Vomero, a Napoli, con la promozione del Siracusa in Serie C, grazie al sorteggio, al termine di una memorabile sfida contro il Cantieri Navali Palermo.

Cinquant’anni dopo gli sguardi posati su quei 353 giorni sono quelli di un bambino che allora aveva dieci anni (Aldo) e di un ragazzo di poco più di venti (Jose) che, seguendo il filo della maglia azzurra in quella esaltante stagione, intrecciano spaccati di vissuto personale e familiare per raccontare un periodo cruciale della nostra storia più recente. Perché in fondo, come osserva George Bernard Shaw, “Il calcio é l’arte di comprimere la storia universale in novanta minuti”.

Ma la vicenda sportiva diventa più che altro un filo per imbastire un racconto che, utilizzando due differenti punti di osservazione, si dipana lungo un anno cruciale segnato da molti avvenimenti, anche su scala internazionale, che coinvolsero Siracusa (come, ad esempio l’arrivo dei profughi dalla Libia scacciati da Gheddafi dopo la requisizione di tutti i loro beni).
E’ uno sguardo – in modo particolare – sul territorio, sulle sue profonde trasformazioni con la chimica “pesante” insediata alle porte di Siracusa, con le sue aspirazioni, i suoi sogni di sviluppo, le sue illusioni e delusioni. Il racconto di quello storico campionato del Siracusa diventa così anche il pretesto per osservare la trasformazione urbanistica, il cambio dei costumi e dei gusti musicali, i primi passi di un’infrastrutturazione stradale e ferroviaria che in Sicilia, ancora oggi, è tutt’altro che conclusa.

Questo racconto a due voci si è tradotto in un’alternanza di capitoli (distinti anche graficamente, così da renderli più facilmente riconoscibili) che potranno consentire al lettore di procedere seguendo o prima una narrazione (ad esempio, capitoli dispari) e poi l’altra (capitoli pari) o in maniera consecutiva analizzando gli stessi avvenimenti ma utilizzando due diversi punti di vista.