Compravendita di un terreno con destinazione urbanistica scaduta.

Compravendita di un terreno con destinazione urbanistica scaduta.
DOMANDA
Devo vendere un terreno ma l’ufficio urbanistica del mio comune è attualmente chiuso causa covid. Il notaio mi chiede la nuova destinazione urbanistica, la mia in possesso è del 2017, e quindi scaduta perché ha valenza 1 anno.
Il dirigente dell’ufficio comunale mi risponde che è possibile fare l’atto di vendita in quanto non c’è stata variazione del piano regolatore.
Volevo chiedere se è vero e come procedere. Grazie
Signora Giada
RISPOSTA 
Spesso è abitudine comune lamentarsi delle nostre leggi, scritte male oppure carenti.
Io, invece, penso che tutto sommato siamo ben protetti da un legislatore attento e minuzioso.
Il caso della gentile signora è facilmente risolvibile perché precisamente previsto e regolamentato.
Se ne occupa l’art. 30 del Testo unico sull’edilizia e, prima ancora, se ne occupava l’art.18 della legge n.47/1985 istitutiva del Certificato in questione.
La normativa dispone che gli atti tra vivi, sia in forma pubblica sia in forma privata, aventi ad oggetto trasferimento o costituzione o scioglimento della comunione di diritti reali relativi a terreni sono nulli e non possono essere stipulati ne’ trascritti nei pubblici registri immobiliari ove agli atti stessi non sia allegato il certificato di destinazione urbanistica contenente le prescrizioni urbanistiche riguardanti l’area interessata. 
Lo scopo del legislatore è quello di dare una giusta informazione alla parte acquirente circa le qualità attribuibili allo stacco di terreno in oggetto. Per questo motivo i cittadini non devono sentirsi vessati dal dover necessariamente portare un “foglio di carta” al notaio; essi devono solo preoccuparsi di raggiungere lo scopo voluto dal legislatore.
Ebbene, se lo scopo è quello di dare una giusta informativa all’acquirente e se, come nel nostro caso, l’Ufficio Urbanistica del comune non può rispondere, il cittadino non resta bloccato.
Soccorrono il comma 3 ed il comma 4 del citato art.30 del TUE:
“Il certificato di destinazione urbanistica deve essere rilasciato dal dirigente o responsabile del competente ufficio comunale entro il termine perentorio di 30 giorni dalla presentazione della relativa domanda…”
4. In caso di mancato rilascio del suddetto certificato nel termine previsto, esso può essere sostituito da una dichiarazione dell’alienante …. attestante l’avvenuta presentazione della domanda, nonche’ la destinazione urbanistica dei terreni…”.
 
Questo significa che la lettrice (che possiede il certificato scaduto) potrà superare il problema attestando al notaio che stipulerà l’atto:
1. data e numero di protocollo della presentazione della domanda inevasa;
2. la destinazione urbanistica del suo terreno, facendo esattamente riferimento a quanto riportato nel certificato scaduto.
Ovviamente il comune avrà dovuto ricevere il deposito della domanda, attribuendogli data e protocollo (non può rifiutarsi) e da quella data dovranno essere trascorsi oltre 30 giorni di silenzio.
Inoltre, il dirigente l’ufficio comunale che ha dato la giusta risposta alla lettrice, così come l’ha data a voce avrebbe potuto o potrebbe farlo pure con due parole scritte. Queste semplici parole: “nulla è mutato dal 2017”, serviranno non già al notaio rogante, ma saranno utili alla cittadina del suo comune, la signora Giada, la quale potrà attestare con sicurezza e serenità che gli strumenti urbanistici del 2017 sono gli stessi ancora in vigore nel 2020.
 
di Giuseppe Minniti notaio in Siracusa