La provincia di Siracusa, tra quelle siciliane, si mette in mostra per la sua generosità e senso di altruismo. Non è una “bufala”, ma corrisponde al vero se facciamo riferimento ai dati che riguardano la donazione degli organi. Un argomento questo che attiene alla sensibilità personale e alla capacità di fare il dono più prezioso che un uomo possa fare: dare un’altra possibilità ad un suo simile la cui vita è appesa ad un filo. In cima alla lista degli organi più richiesti figura i rene, a seguire il cuore e poi il fegato. Negli ultimi 5 anni nel territorio della provincia aretusea ci sono state in media ogni anno 4 donazioni con relativi prelievi multiorgano, poi destinati a quei pazienti che occupavano le prime posizioni nelle liste di attesa stilate a livello regionale e nazionale. A prima vista il dato siracusano potrebbe sembrare un numero esiguo, ma così non è.
A spiegarlo è il coordinatore prelievi e trapianti dell’Asp di Siracusa, Franco Gioia Passione:
“E’ proprio così – ci spiega – in tutta la provincia non esiste un reparto di neurochirurgia e si dispone di soli 8 posti di rianimazione. Ecco allora che molti pazienti, che potrebbero essere potenziali donatori, vengono trasferiti fuori provincia e in quelle strutture in molti casi avviene la donazione e il prelievo degli organi”.
Un altro dato che conferma il dato iniziale è il numero delle opposizioni, vale a dire il numero di quei familiari che rifiutano la donazione:
“A livello nazionale – riferisce il coordinatore – si attesta al 35%; in Sicilia sale fino a oltre il 50%, mentre a Siracusa si ferma al 30%. Nel 2016, infatti, su 6 casi di potenziali donazioni, abbiamo registrato due sole opposizioni”.
Il fronte vero su cui lavorare rimane, pertanto, quello della diffusione della cultura della donazione, sulla quale il dott. Franco Gioia Passione e la sua equipe continuano a spendersi:
“Abbiamo organizzato e continuiamo ad organizzare incontri con associazioni e club service del territorio – racconta – ponendo particolare attenzione anche ai giovani. Numerose sono le conferenze che abbiamo tenuto nelle scuole rivolgendoci con un linguaggio adeguato sia ai più giovani delle scuole medie che ai ragazzi più grandi delle scuole superiori. Non dimentichiamo che un ragazzino sensibilizzato su questo argomento, torna a casa e può fare altrettanto, anzi meglio, con i suoi familiari, innescando un volano di solidarietà che fa bene a tutti, a chi dona e a chi riceve”.
