Dieci le misure cautelari in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Catania, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, a carico di presunti esponenti del clan Trigila, che opera nella zona sud della provincia di Siracusa. Otto sono state eseguite, due persone, un italiano e un marocchino, sono ancora ricercati. Tra gli arrestati figurano la moglie del boss, Antonio Trigila, NUnziatina Bianca ed Elisabetta di Mari, moglie di Angelo Monaco, ritenuto elemento di spicco del del clan. I reati contestati, a vario titolo, sono: associazione finalizzata al traffico di sostanza stupefacente, tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, porto e detenzione illegale di armi ed estorsione aggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan Trigila.
I reati contestati sarebbero stati commessi da agosto 2016 in poi, quando Angelo Monaco viene scarcerato e decide di riprendere le redini del clan, puntando sui tradizionali canali di arricchimento dell’organizzazione mafiosa, il traffico di droga e le estorsioni. Perciò costituisce un gruppo molto ristretto di cui fa parte lui, la moglie e il suo uomo di fiducia, Pietro Crescimone con la collaborazione dei quali fa arrivare in provincia di Siracusa ingenti quantità di stupefacenti. Due gli episodi documentati: Il 28 febbraio quando il figlio di Elisabetta Di Mari, viene arrestato a Vila San Giovanni perchè viene trovato in possesso di un chilo di cocaina; la notte tra il 21 e 22 maggio quando Monaco e Crescimone vengono arrestati, sempre a Villa San Giovanni, in possesso di 71 chili di hashish, di cui si erano riforniti il giorno prima a Milano. Il loro fornitore era un gruppo di cittadini marocchini, con base operativa nel capoluogo lombardo e con ramificazioni a Messina e Novara, in grado di far arrivare in Italia ingenti quantitativi di droga.
Sul fronte delle estorsioni, gli investigatori hanno ricostruito due episodi: il primo è un tentativo messo in atto da Monaco e Crescimone ai danni dell’impresa che lavorava alla realizzazione dello svincolo autostradale di Noto della Siracusa-Gela. Al rifiuto dell’impresa, Monaco e Crescimone, a maggio del 2017, avrebbero esploso numerosi colpi di arma da fuoco contro i mezzi della ditta.
L’altro episodio vedrebbe Antonino Rubbino, considerato il referente del clan a Rosolini, intervenire con la moglie del capoclan, Nunziatina Bianca, nei confronti di un’azienda agricola di Rosolini, riuscendo ad imporle l’acquisto di pedane in legno prodotte nella fabbrica della famiglia Trigila.
I NOMI DEGLI ARRESTATI:
1) ALIANI Hamid, nato in Marocco il 19.10.1963;
2) BIANCA Nunziatina, nata a Noto il 10.10.1957;
3) CRESCIMONE Pietro, nato a Lucca Sicula (AG) il 19.01.1962;
4) DI MARI Elisabetta, nata a Siracusa il 06.08.1964;
5) LAO Giuseppe, nato a Rosolini (SR) il 14.02.1971;
6) LEMAIFI Said, nato in Marocco il 01.01.1968 ( espulso dal territorio dello Stato il 4 dicembre u.s.);
7) MONACO Angelo, nato a Rosolini (SR) il 26.01.1955;
8) RUBBINO Antonino, nato a Rosolini (SR) il 25.03.1968.