In un mondo in cui tutto va troppo veloce e nessuno si ferma a pensare quali problemi può avere chi ti sta vicino o incontri casualmente per strada, trova spazio un nuovo modello di inclusione sociale, che parte dall’idea di colmare il bisogno primario, quello di avere una casa. A Siracusa è stato firmato questa mattina un protocollo d’intesa tra il Comune e la Caritas che, primo in Sicilia, sperimenta “Housing first”un sistema che considera gli utenti parte attiva del percorso. “Per il 2017 – spiega l’assessore alle politiche sociali, Giovanni Sallicano – Comune e Caritas mettono a disposizione al 50% un budget di 40.000 euro per assicurare un tetto a coloro che sono fuori da ogni possibilità di avere una casa e che non possono accedere né al libero mercato né all’assegnazione di un alloggio popolare. Non solo saranno i diretti interessati a cercare l’abitazione che può fare al caso loro, a compartecipare, per quello che possono alla spesa della locazione, e a fare di tutto per cercare un’occupazione, essendo assistiti in tutto questo percorso da tutor della Caritas”. Sarà proprio la Caritas a fare da garante con i proprietari degli appartamenti che dovranno essere affittati e ad assistere sotto ogni punto di vista le famiglie in difficoltà, indicando la strada per uscire pian piano fuori dal tunnel dell’emarginazione sociale. Chi non potrà compartecipare alla spesa dell’affitto, potrà contraccambiare in servizi, come spesso accade alla Caritas. “E’ un nuovo strumento – ha detto padre Marco Tarascio, responsabile della Caritas Diocesana di Siracusa – che consente anche di abbattere le spese ( circa 2.000 euro in un mese) sostenute dagli enti locali nei casi in cui una famiglia rimane senza casa a causa di uno sfratto esecutivo, ma soprattutto è un sistema di condivisione delle difficoltà delle persone in difficoltà e la casa diventa il luogo nel quale rinascere”