Si è tenuta stamattina la “seduta aperta” del civico consesso con un unico punto all’ordine del giorno lo “Statuto dell’Inda ed il ruolo dell’Amministrazione comunale”. La notizia è che il sindaco Giancarlo Garozzo sarà di nuovo il presidente dell’Inda, mettendo un punto alla gestione commissariale dell’Istituto.
A fare un piccolo percorso storico degli ultimi mesi è stato il parlamentare nazionale Pippo Zappulla, parlando delle preoccupazioni legate alle modifiche allo Statuto dell’Ente apportate dal commissario Pinelli. “Modifiche- ha detto Zappulla- di natura tecnica che meglio specificano i ruoli del soprintendente e del consigliere delegato, chiamati a responsabilità diverse e ben distinte. Ma il vero problema- ha concluso Zappulla- sta nel rischio che l’Inda possa finire nel calderone dell’imminente riforma nazionale dei teatri, con la conseguenziale sua centralizzazione. Occorre attrezzarsi per tempo e chiedere un incontro al Ministro Franceschini per avere garanzie in proposito”.
“La gestione commissariale presumibilmente terminerà ad agosto”: lo ha comunicato all’aula il sindaco, Giancarlo Garozzo, ricordando come “La centralità di Siracusa non è mai stata messa in discussione né mai poteva esserlo in quanto le modifiche che saranno apportate allo Statuto dell’Inda mirano a renderne più snello e trasparente il suo funzionamento. Si normeranno i ruoli di Soprintendente e Consigliere delegato per evitare i conflitti che hanno poi portato all’attuale commissariamento. L’unica novità di rilievo è la possibilità della nascita di un comitato scientifico su richiesta del Cda”.
Sul nuovo Statuto si è soffermato anche il parlamentare Sofia Amoddio: “La bozza all’attenzione del Ministro non la conosce nessuno anche se sappiamo che la governance rimane nella mani del Sindaco, a capo del Cda. Si definiscono meglio i compiti della direzione amministrativa e di quella artistica; si riconferma, con ridotta percentuale, il coinvolgimento dei privati; e la possibilità di avvalersi di un Comitato scientifico di 4 esperti”.
Per il parlamentare regionale Marika Cirone De Marco “Dopo la gestione commissariale occorre ridare slancio all’Inda. L’Istituto non dovrà essere solo rappresentazioni classiche ma dovrà avere un suo ruolo rispetto alla gestione del Teatro Massimo e nel rapporto con i teatri minori del territorio”.
Al dibattito d’aula hanno dato il loro contributo anche i consiglieri Castagnino, che ha auspicato “Un atto di indirizzo del Consiglio comunale sull’istituzione più importante della città”; Tota, che ha parlato dell’Inda “Come ulteriore speranza per la città, che però deve camminare sul merito dei protagonisti”; Firenze, per il quale “Questa vicenda evidenza le colpe della classe dirigente che, ricorrendo a ben due commissari inn pochi anni, ha dimostrato di non saper gestire un’istituzione come l’Inda che ha sede in uno dei poli più importanti della cultura mondiale”; Lo Curzio, che nel condannare l’assenza in aula dell’Amministrazione per tutta la durata della seduta, ha chiesto un “Coinvolgimento di tutte le forze istituzionali, politiche e culturali attorno al futuro dell’Inda”; e Roberto Fai, componente il Collegio siciliano di Filosofia.