E’ stato chiesto un rinvio a giudizio per il sindaco Giancarlo Garozzo e il dirigente comunale, l’ingegnere Natale Borgione. I due sarebbero coinvolti in un’indagine che li vede accusati per turbativa d’asta e favoreggiamento della società che si è aggiudicata la gestione del servizio idrico e di depurazione nel comune di Siracusa e Solarino. A riportare la notizia è il quotidiano La Sicilia. Il provvedimento, confermato dal Procuratore capo Francesco Paolo Giordano, porta la firma dai Pm Giancarlo Longo e Marco Di Mauro.
L’indagine era stata chiusa ad ottobre, ma adesso ci sarebbe gli elementi necessari per poter chiedere il rinvio a giudizio.
Il sindaco definisce questa vicenda “una grave fuga di notizie”, e spiega di non aver ricevuto nessuna notifica di richiesta rinvio a giudizio.
“Apprendo dai giornali – dichiara Garozzo – che la Procura della Repubblica ha chiesto il mio rinvio a giudizio per l’inchiesta sull’affidamento della gestione del servizio idrico. Fermo restando che sono certo della correttezza del mio operato in tutta la vicenda, non posso che stigmatizzare come, ancora una volta, ci sia stata una grave fuga di notizie visto che i giornalisti sono stati informati di un atto che non mi è stato notificato. E non voglio credere al fatto ancora più grave: cioè che la notizia, come leggo, è stata confermata ai cronisti dal procuratore capo.
Chiederò che si faccia chiarezza su tutti questi passaggi rivolgendomi ancora una volta alle autorità che hanno il compito di vigilare sul corretto funzionamento della procura di Siracusa. Sono convinto che molto presto verranno alla luce le ragioni di tali avvenimenti, il ruolo dei personaggi coinvolti e i loro legami”.
“Qualora mi sarà notificato il provvedimento, – conclude – non mi sottrarrò al giudizio con alchimie procedurali. Anzi, chiederò di essere processato al più presto perché sono certo di potere dimostrare, come evidenziato anche dall’Autorità nazionale anticorruzione, la linearità del mio comportamento e di potere chiudere velocemente questa pagina. Io rivendico come un merito la firma di questo atto che, voglio ricordare, fu dettato da motivi di urgenza e per dare continuità a un servizio essenziale che rischiava di essere interrotto con gravissimi disagi per la popolazione. Ciò non può avere determinato le conseguenze che mi si vogliono addebitare”.
Il Procuratore risponde con poche e secche parole: “Il provvedimento è depositato”.
