27 gennaio 2017: 72 anni dalla liberazione del campo di sterminio Auschwitz-Birkenau. 72 lunghissimi anni fatti di riflessioni, di “non deve accadere più”, di film, canzoni e poesie per mantenere viva la memoria di chi non c’è più, di chi è stato massacrato, umiliato e ucciso.
Lavoravamo nel fango: dovevamo scavare canali per far defluire l’acqua a Birkenau che sorge in una zona paludosa. Non ci veniva fatto rifornimento d’acqua: bevevamo infilando una canna nelle pareti che stavamo scavando, facevamo gocciolare l’acqua nella nostra ciotola, oggetto preziosissimo che ognuno di noi aveva” – raccontava pochi mesi fa Piero Terracina a Repubblica, sopravvissuto ai campi di concentramento. A Terracina è stata donata la cittadinanza onoraria di Siracusa, una città che oggi non può fare a meno che ricordare l’orrore che fu, e che si spera non ci sarà più.
I sociologi positivisti dicevano che la storia è una ruota che gira e gli eventi accadono sempre con le stesse dinamiche, allora l’unica cosa da fare è ricordare per evitare di cadere nella ciclicità della storia.
La distruzione di una comunità politica, la fine della democrazia è sempre possibile… e oggi come allora gli avversari della democrazia stanno anche dentro di noi, nel perenne conflitto, ch’è a un tempo sociale e psichico, tra bisogno di sicurezza e desiderio di libertà – Luciano Gallino