Il calcio italiano e la rivoluzione dei giovani

Il calcio italiano e la rivoluzione dei giovani

Tornano finalmente protagonisti i giovani in Serie A. Dopo anni in cui le spese delle società sono state rivolte principalmente ai campioni provenienti da altre nazioni, negli ultimi tempi i club di Serie A hanno deciso di investire tanto sui propri giovani ed i risultati non si sono fatti attendere.
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Dopo la mancata qualificazione ai mondiali del 2018 nel calcio qualcosa è cambiato ed oggi c’è maggiore attenzione alla crescita dei giovani ai quali si dà la possibilità di mettersi in mostra ed anche di sbagliare.
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Testimonianza del trend che cambia è il giovane Da Graca che nel giro di mezza stagione è passato dalla primavera della juve, per giocare con l’under 23 in lega pro ed esordire infine con la prima squadra in coppa Italia.  Un ragazzo che come tanti altri giovani interessanti possono fare bene nei prossimi anni, anche con la maglia della Nazionale.
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La nazionale, appunto, una formazione finalmente forte e competitiva che secondo il sito https://scommesse.netbet.it/ può davvero puntare alla vittoria del prossimo europeo. L’ottimo lavoro del ct Roberto Mancini è sotto gli occhi di tutti grazie anche alla sua fiducia nelle giovani leve. Dai dati raccolti da Opta emerge un’interessante statistica: Mancini ha fatto esordire un giocatore in media ogni 70 minuti, nessun allenatore dell’Italia, dal 1970, ha fatto esordire con maggior frequenza. L’ex stella della Sampdoria si affida ai giovani, in vista del prossimo Europeo in cui gli azzurri vogliono tornare protagonisti.
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I migliori giovani in Serie A
Tanti anche i giovani interessanti che giocano in Serie A. Tra questi c’è Riccardo Sottil del Cagliari. La scorsa stagione Riccardo Sottil aveva impressionato esordendo da titolare contro il Napoli. In quella partita aveva mostrato una forza naturale sulla fascia, soprattutto negli uno contro uno. L’arrivo di Ribery, più la necessità della Fiorentina di trovare un equilibrio, gli avevano fatto perdere rapidamente il posto nelle rotazioni, finendo la stagione con poco più di 500 minuti giocati. 
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Con il passaggio al Cagliari, Sottil dovrebbe trovare più spazio. Nel 4-3-3 di Di Francesco il suo ruolo è quello di esterno destro, ruolo che interpreta in maniera molto diretta, amando puntare l’uomo e saltarlo in velocità o grazie a una buona tecnica nel dribbling. Il nuovo allenatore del Cagliari chiede ai suoi esterni un lavoro molto specifico e forse per Sottil servirà un po’ di adattamento, come ipotizzato anche da Di Francesco.
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Stesso discorso per Vignato del Bologna. Quando si è presentato in Serie A, in una delle sue prime convocazioni, Totti si è avvicinato a lui chiedendogli chi era. C’erano quattordici anni di differenza tra i due. La foto di Totti che gli stropiccia la testa, nella narrazione di Vignato, vale come un episodio iniziatico da mitologia greca: una delle divinità del calcio italiano dà la sua benedizione a un giovane che può raccoglierne le redini.
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Poi Vignato ha esordito in Serie A con la maglia di un Chievo già retrocesso, e ha mostrato un talento inusuale per il calcio italiano. Una tecnica al velcro sul primo controllo, un innato senso ad associarsi ai compagni, una notevole sensibilità nel gioco lungo. Contro la Lazio ha segnato il suo primo gol, ricevendo una sponda, dribblando con l’esterno per prepararsi il tiro, partito secco e forte sul secondo palo.