Difficoltà economiche anche nelle finanze del Siracusa Calcio, a tal punto che per sopravvivere la squadra potrebbe sacrificare qualche ‘big’.
A quanto pare, secondo indiscrezioni, il Siracusa non avrebbe pagato entro la scadenza del 16 dicembre (prorogata poi al 18) stipendi e contributi relativi ai mesi di agosto, settembre e ottobre ai giocatori.
Per la precisione, gli stipendi sarebbero stati saldati con qualche giorno di ritardo, mentre per i contributi non si sa nulla fino ad oggi.
Una situazione complicata che potrebbe comportare una penalizzazione, ma anche un aumento ove il club non adempiesse ulteriormente all’obbligo contributivo. E nel mercato di gennaio, a questo punto, diventa necessario operare anche e soprattutto in uscita. In soldoni, la soluzione sarebbe vendere.
A controbattere alle indiscrezioni è Gaetano Cutrufo, presidente Siracusa Calcio, il quale rassicura i tifosi sulle condizioni economiche della squadra, che non fallirà.
“I nostri commercialisti sono al lavoro – dice – per evitare il deferimento e, fino a quando una decisione non sarà assunta dagli organismi federali, stiamo parlando del nulla. Il catastrofismo, soprattutto di una parte della città che ignora le sorti della squadra e si fa viva solo in queste circostanze, è assolutamente fuori luogo. Ho sempre detto e ribadisco oggi che fino a quando ci sarò io la parola fallimento non potrà essere associata al Siracusa”.
“Abbiamo sempre rispettato – continua – gli impegni e i nostri tifosi, quelli veri, sanno che lo abbiamo fatto senza avere sostanzialmente alcun sostegno e con grandi sacrifici personali e familiari, a partire, ad esempio, dalla fidejussione personale da 300mila euro. Questo è il momento di dimostrare di essere legati alla società e ai nostri giocatori. Ma sono sempre più scoraggiato e convinto che impegnarsi nel calcio a Siracusa sia del tutto inutile perché interessa solo a poche persone. Per il resto non si fa altro che aspettare uno scivolone”.
“Il Siracusa non fallirà, ma questo non vuol dire che io resti al timone della società. Ho perso tutto l’entusiasmo” – conclude Cutrufo.