La realizzazione di un grande impianto fotovoltaico alle porte di Canicattini Bagni ha scatenato un grande dibattito con numerose voci che hanno pespresso la loro contrarietà, Comuni ad associazioni ambientaliste in primis. Oggi è la volta dell’associazione Gis, gruppo Impianti Solari, di cui fa parte proprio la Lindo srl, titolare del progetto.
“La preoccupazione per qualcosa di nuovo nel proprio territorio è legittima – si legge nella nota – per questo riteniamo utile fornire elementi tecnici, per comprendere il progetto, la sua etica e il suo ruolo per l’interesse pubblico.
L’investimento – viene specificato – non è speculativo, ma volto a realizzare iniziative di economia reale a beneficio dei territori coinvolti. È una iniziativa a lungo termine, infrastrutturale e improntata alla sostenibilità. Questo significa che il denaro investito può essere speso per l’investimento soltanto se i territori nei quali viene realizzato il progetto beneficiano direttamente del primo impatto economico.
È per questo che, prima di avviare la costruzione del Progetto Lindo, con le amministrazioni locali si procederà alla stesura di un protocollo di intesa o convenzione che fisserà, in capo alla società titolare del progetto una serie di impegni tra cui: l’utilizzo di forza lavoro proveniente da aziende specializzate locali (i lavori prevedono di occupare circa 280 persone, di cui buona parte rimarrà impiegata a lungo termine) e lo stanziamento di somme per misure di mitigazione”.
Precisazioni vengono fornite anche sul fronte dell’impatto sul territorio: “Il progetto coinvolge terreni privati, totalmente privi di vincoli archeologici, paesaggistici, urbanistici ai sensi del vigente Ptpr. Si tratta di terreni non coltivati da anni, classificati come di basso valore agricolo in quanto ricchi di materiale roccioso e inadatti a forme di coltivazione ordinaria o di eccellenza, o a utilizzo a fini turistici.
Esaminato il progetto – viene aggiunto – gli Enti hanno indicato le modifiche, misure di mitigazione e prescrizioni rigidissime per preservare al massimo l’ambiente, la flora e la fauna. E oltre ai pareri favorevoli dell’Area Valutazione Impatto Ambientale, della Commissione Tecnica, della Regione, della Soprintendenza e di numerose altre amministrazioni territoriali e nazionali – viene riferito – anche il Comune di Noto ha dato parere positivo e un sindaco ha dato formale apprezzamento al progetto una volta che ha avuto modo di studiarne l’effettivo contenuto”.
Nel documento vengono poi elencate le regole che governano la realizzazione dell’impianto e gli interventi di mitigazione: “E’ previsto che l’intero perimetro venga circondato da alberi e piante autoctone, rendendo l’impianto invisibile dai punti di osservazione pubblica e rimboscando un’area al momento povera di vegetazione. Inoltre sono previsti accordi con pastori locali, affinché le aree del progetto vengano usate come pascolo, e con apicoltori, per creare isole ecologicamente protette per le arnie. Questi impieghi migliorano la fertilità e la biodiversità dell’ambiente circostante e mantengono un forte legame con le attività tipiche della zona. Infine, quando un impianto giunge al termine del ciclo vita, deve essere dismesso con l’obbligo di riportare l’area allo stato naturale precedente, cosa garantita da fideiussione”.
In conclusione viene evidenziato “il contributo dell’impianto alla transizione ecologica che l’Italia sta tentando di attuare per sostituire energia elettrica prodotta da fonti inquinanti e il solare a terra, se fatto con cognizione e nel rispetto di tutte le dinamiche in gioco, è la soluzione più efficiente”.