L’Italia verde esiste, ed è quella che depura gli scarichi, contiene i consumi idrici, gestisce i rifiuti al meglio, investe su rinnovabili e sostenibilità. Sì, esiste ma non è l’Italia del Sud, e ancor di più non è la Sicilia. A testimoniarlo è la classifica di Ecosistema Urbano 2017. Nelle prime posizioni, in ordine: Mantova, Trento, Bolzano, Parma, Pordenone e Belluno. Per avvistare la prima città siciliana bisogna scendere sotto la 90esima posizione.
La nostra amata Siracusa ricopre la 97esima posizione, preceduta da Messina (90) e Trapani (93). A seguire Agrigento (98), Catania (100), Palermo (101), Enna (104). Poco più in alto troviamo Ragusa (83) e Caltanissetta (78).
I dati di Ecosistema Urbano 2017 di Legambiente, l’annuale rapporto sulle performance ambientali delle città capoluogo realizzato con il contributo scientifico dell’Istituto di ricerche ambiente Italia e la collaborazione editoriale de Il Sole 24 Ore, certificano una situazione preoccupante. Catania e Palermo superano di poco il 10% di rifiuti raccolti in maniera differenziata, mentre ci sono realtà che superano il 50% come Verona, Venezia, Milano e Firenze.
Tassa, servizi. Intanto, nel capoluogo aretuseo, i consiglieri Sorbello e Vinci chiedono chiarimenti sul calcolo della quota variabile della tariffa rifiuti (TARI). I due spiegano che, in una nota, la Camera dei Deputati hanno evidenziato come la quota variabile della Tari vada calcolata una sola volta per tipologia di occupazione.
Vinci e Sorbello interrogano quindi l’Amministrazione per sapere se, per tutti i contribuenti siracusani interessati, la parte variabile della tariffa sia stata computata solo una volta, considerando l’intera superficie dell’utenza composta sia dalla parte abitativa che dalle pertinenze situate nello stesso nostro Comune.
“È evidente, infatti – scrivono Vinci e Sorbello – che la parte variabile della Tari, quella che è legata al numero delle persone che vivono nel nucleo familiare, vada calcolata solo sull’abitazione e non sulle pertinenze: garage, cantine e soffitte, perché la famiglia, come abbiamo sempre sostenuto, non vive e produce rifiuti nei garage. Ed inoltre occorre tener conto delle abitazioni principali composte da più particelle catastali”.