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La grande crisi nel Pd siracusano, l’analisi di Salvo Baio: “Non c’è alcuno scontro di visioni politiche, solo freddo calcolo di potere”

La grande crisi nel Pd siracusano, l'analisi di Salvo Baio: "Non c'è alcuno scontro di visioni politiche, solo freddo calcolo di potere"

“Lo scontro che sta lacerando il Pd siracusano, culminato nella richiesta della minoranza (minoranza per modo di dire visto che al congresso ha ottenuto il 47 per cento) di dimissioni del segretario Adorno, è figlio della variegata e risicata maggioranza che ha fin qui governato il partito. Questa maggioranza è composta da un pezzo dell’ Area Dem (la corrente che fa riferimento al ministro della Cultura, Franceschini), dagli ex Giovani Turchi, ora “Ala sinistra” (che fa riferimento all’onorevole Orfini), dall’Area Orlando (dal nome dell’attuale ministro del Lavoro) di Bruno Marziano e Glenda Raiti, da Base riformista (che fa riferimento al ministro della Difesa, Guerini), considerata la corrente degli ex renziani, rappresentata da Paolo Amenta, dal drappello di Raffaele Gentile, il quale, dopo aver girovagato un po’, è approdato nel Pd.
Messe insieme tutte queste correnti raggiungono il 53 per cento, ma il loro amalgama politico è del tutto evanescente. Come sono evanescenti i tratti distintivi delle varie correnti, partitini nel partito, privi di identità politica e di idee forti. Questo non è pluralismo, ma degenerazione correntizia.
Dall’altra parte c’è la minoranza, che pure essa fa riferimento all’Area Dem di Franceschini. L’Area Dem di Siracusa è come il vecchio partito Baath, sedicente socialista, della Siria, una parte del quale stava al governo e l’altra parte o all’opposizione o in galera.
Che ci faccio qui, per dirla con Bruce Chatwin?
Se questo è il quadro dell’attuale maggioranza, basta che una qualsiasi delle correnti che sostengono Salvo Adorno abbia il mal di pancia o si faccia incantare dalle sirene della minoranza, magari confidando di ottenere qualche postazione in più, per ribaltare il risultato del congresso, producendo una situazione in cui il 47 per cento della minoranza diventa maggioranza e il 53 per cento della maggioranza diventa minoranza. Basta che 4 o 5 dei 72 componenti dell’Assemblea provinciale passino da una parte all’altra per rovesciare Salvo Adorno ed eleggere un nuovo segretario. Sta tutta qui la drammatica crisi del Partito democratico di Siracusa: non c’è alcuno scontro di visioni politiche, di idee. Non c’è passione, solo freddo calcolo di potere.
Ma Salvo Adorno che fa? Secondo me, anziché aspettare passivamente che si arrivi alla resa dei conti, dovrebbe mettere intorno ad un tavolo i responsabili delle Aree e verificare se ha ancora una maggioranza che lo sostiene. Se ce l’ha, può tentare, con l’aiuto del segretario regionale, di aprire seriamente alla minoranza, ammesso che questa sia interessata a dialogare. Che senso ha affidare la verifica all’Area Orlando? Situazioni come queste vanno guidate, non subite, tanto più che c’è il rischio di “consegnare” il partito al signore di Siracusa, il quale al congresso, Adorno lo ricorderà, era schierato apertamente per l’attuale minoranza”.

Salvo Baio