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Le novità “tristi” della nuova dichiarazione dei redditi

Le novità “tristi” della nuova dichiarazione dei redditi

Sorpresa e amarezza per le spese non detraibili. Quest’anno i contribuenti, soprattutto anziani e le persone poco attente alle novità fiscali, hanno appreso che molte spese pagate in contanti non potranno essere detratte dalla dichiarazione dei redditi; e cosi le fatture da detrarre si sono assottigliate come il tanto agognato rimborso. La reazione? Delusione, rabbia e impotenza verso una regola che viene vissuta come la sottrazione di un diritto.
La tracciabilità delle spese è stata introdotta nel 2020 con la legge di bilancio, come strumento di lotta all’evasione fiscale e il primo step è stato proprio quello di limitare il denaro contante circolante. Ma è venuto a mancare lo strumento cardine nella relazione tra cittadino e fisco: l’informazione capillare, precisa e soprattutto un’assunzione di “responsabilità” da parte di chi ha erogato il servizio.
Se la lotta all’evasione, attraverso la tracciabilità del pagamento, è un punto fermo, questo non sarebbe dovuto ricadere su chi l’evasione la subisce.
Ma entriamo nel merito:
Possiamo pagare in contanti le spese sostenute per l’acquisto di medicinali e dispositivi medici, visite terapie e altre prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o da strutture private accreditate al Servizio Sanitario Nazionale.
In caso contrario se il contribuente non ha conservato la propria documentazione (scontrino bancomat, estratto conto  della carta di credito o del c/c, etc), il mezzo di pagamento non può essere autocertificato;
infatti l’Agenzia richiede che l’attestazione provenga dal percettore delle somme” ossia:

  1.  laboratorio di analisi non convenzionato,
  2.  libero professionista,
  3.  struttura sportiva,
  4.  agenzia di onoranze funebri,
  5.  compagnia assicuratrice…
  6. Rette scolastiche, mense e spese di trasporto
  7. Erogazioni a partiti o ad associazione

Etc.  
In assenza, la spesa non può essere utilizzata in dichiarazione;  
Nonostante la consulta dei Caf abbia chiesto al MEF di agevolare i cittadini, soprattutto dipendenti e pensionati, per evitare la compromissione dell’esercizio di un diritto come l’accesso alle agevolazioni fiscali la richiesta è rimasta inascoltata.