Il padre muore e tramite testamento lascia tutto alla moglie. Figli d’accordo: “Cosa fare con la legittima?”

Il padre muore e tramite testamento lascia tutto alla moglie. Figli d'accordo: "Cosa fare con la legittima?"

Risposta
Ovviamente la situazione presentata è del tutto lecita ma, tuttavia, sembra che il signor Giovanni, il fratello e la madre vedova, siano in confusione e pensino di trovarsi all’interno di un caso anomalo.
In qualche modo illegale.
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Posso subito tranquillizzarli dicendo che così non è.
È tutto perfettamente in regola.
In sostanza il padre, nel fare testamento tutto a favore della moglie (e madre dei suoi due figli), ha volutamente “calpestato” i diritti legittimi dei suoi due figli.
Non ha lasciato nulla a loro due, e tutto, invece, alla moglie e madre.
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In una situazione simile, l’aver “calpestato” le legittime aspettative dei figli, potrebbe dare il via alla reazione di questi ultimi e potrebbe accadere che, nonostante il testamento, i figli possano pretendere che la madre comunque riconosca a loro favore la cosiddetta “quota legittima” o “necessaria”, fino al punto di giungere, in casi estremi, alla ben nota “impugnazione del testamento”.
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Ma nel nostro caso la situazione è del tutto opposta.
I figli sono confusi perché vorrebbero dare piena attuazione alla volontà del padre e, tuttavia, temono che l’esistenza della quota legittima a loro favore possa danneggiare la madre, a cui il padre tutto ha lasciato.
Ebbene, come già detto all’inizio, non c’è nessun problema.
Il testamento è perfettamente valido nonostante i diritti dei figli siano stati lesi (“calpestati”), ed i figli stessi possono dare materiale esecuzione alle volontà paterne, semplicemente facendo un passo indietro e non pretendendo alcunché dalla madre, che sarà così libera di gestire il patrimonio relitto come vera unica erede universale.
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Se proprio, poi, si volesse formalizzare tale acquiescenza alle volontà paterne, redigendo un documento che fosse definitivo e che togliesse ogni dubbio sulla reale volontà dei figli, quella di NON VOLER impugnare il testamento in questione, allora si potrebbe sottoscrivere avanti ad un notaio un atto volontario di “acquiescenza alle volontà testamentarie”, non più revocabile, cioé definitivo ed immutabile.
Un tale atto avrebbe l’effetto di dare sicurezza alla madre circa l’impossibilità di futuri ripensamenti da parte dei due figli, sicurezza estendibile anche ai terzi estranei che venissero in contatto commerciale con la madre; terzi estranei che non avrebbero nulla da temere e che potrebbero trattare eventuali acquisti immobiliari solo ed esclusivamente con la madre, unica proprietaria, senza alcuna svalutazione economica dei beni, che non sono gravati da macchia alcuna, ma puliti e liberi da ogni peso o gravame.
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Notaio Giuseppe Minniti.