E’ tempo di riflettere, leccarsi le ferite e provare a rimediare. E’ tempo di ricucire veramente gli strappi creati da aridi e spietati battibecchi che hanno distrutto il legame con il territorio, ed è tempo di ripartire dalla mazzata del 4 marzo con attori diversi, una comunicazione diversa e uno spirito diverso. Insomma è tempo di ribaltare il Partito Democratico per non farlo sparire.
La piramide del Pd da Roma a Siracusa è stata come una cascate di fango che ha travolto segreterie, poltrone, attivisti, candidati, simpatizzanti e tesserati. Un vero e proprio tzunami che indietro ha lasciato solo morti e feriti. Lo sanno bene coloro che da domani devono ripensare a un nuovo modo di concepire il partito a livello locale in vista delle prossime elezioni amministrative.
Alessio Lo Giudice, segretario provinciale, e Marco Monterosso, segretario cittadino, sono già alle prese per fare risorgere dalle ceneri questo partito e renderlo credibile a livello locale, sebbene Siracusa non abbia totalmente perso per queste elezioni politiche appena passate, riuscendo a rimanere sotto una soglia molto modesta, ma comunque collezionando più voti rispetto al resto delle province siciliane.
Sembrano discorsi tanto lontani quelli delle lotte tra aree di un partito che adesso è l’ombra di sè stesso.
Una sconfitta su tutta la linea – commenta Alessio Lo Giudice – che ci conferma una crisi non solo politica ma in primis culturale. Siamo di fronte a una crisi storica del modello di sinistra, per cui penso che sia necessario ripensare il sistema con uomini e linguaggi diversi
Come fare con le comunali dietro l’angolo?
Dobbiamo imparare dagli errori commessi – risponde Monterosso – leccarci le ferite e ripartire. Le dimissioni del nostro segretario nazionale sono un segno di coerenza e presa coscienza degli errori commessi. Mi sento di dover ringraziare i candidati che hanno corso a questa tornata elettorale del 4 marzo, e mi dispiace che hanno dovuto pagare per colpe che non sono loro
Cambio di strategia profondo quindi che non vedrà soltanto un partito aprirsi ad altre realtà, ma anche inglobare al suo interno attori sociali e politici con un passato e un presente molto diverso con l’unico obiettivo di lasciare indietro la polvere del Pd e andare avanti. Volti nuovi, dialoghi liberi, più collaborazione e voglia di ascoltare territorio, cittadini, associazioni e altro ancora.
Quello che potrebbe presentare il partito alle prossime comunali non è solo un progetto civico ampio, ma questa volta il Pd potrebbe buttare l’obiettivo oltre l’ostacolo e con esso anche il cuore per poi provare a tirare indietro la fiducia della propria città. Sarà difficile, sarà impegnativo ma il partito è pronto a fare un passo indietro per tacere e far parlare la parte più vera, genuina e umana della città.
Il partito è pronto per marciare, adesso aspetta il via delle persone che lo animano.