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Siracusa, Bivona: “Disoccupazione e crollo edilizia: il Sud non riparte”

Augusta, vendita Esso: il presidente di Confidustria Siracusa "Accordo positivo"

L’economia del Mezzogiorno, che si distacca dagli standard europei e non riesce a ripartire. Questa la riflessione del presidente di Confindustria Siracusa Diego Bivona. Giustizia, magistratura ed eventi giudiziari strettamente legati al territorio aretuseo, ecco la sua nota in versione integrale:

“L’economia europea si è lasciata ormai alle spalle la grave recessione iniziata nel 2007 e viaggia a un tasso di crescita del 2%. Anche in Italia la ripresa economica è in atto. Come al solito però è il Nord del Paese a trainare la ripresa, mentre nel Mezzogiorno ci sono segnali a macchia di leopardo, con alcune regioni che registrano dati incoraggianti ed altre come la Sicilia che continua ad arrancare, in assenza di tangibili segnali di ripresa e di interventi sul fronte della spesa pubblica, leggasi infrastrutture, capaci di fare da traino alla crescita dell’economia regionale.

La provincia di Siracusa, dai dati che emergono dal nostro Centro studi, non si discosta affatto dal quadro regionale. Anzi per certi versi alcuni indicatori sono addirittura peggiori. Il tasso di disoccupazione è pari al 25,7% con un trend sempre crescente negli ultimi anni e tra i più alti dell’intero Mezzogiorno. Quello dei giovani è addirittura del 62,7%, tra i peggiori di tutte le province italiane. Con amarezza costatiamo che i migliori ragazzi ci lasciano verso altre regioni europee che offrono maggiori opportunità di lavoro e di futuro. L’edilizia è letteralmente crollata con il 30% in meno delle imprese operanti e il 50% in meno degli occupati. I settori trainanti dell’economia siracusana (l’industria petrolchimica-energetica e il suo indotto) si mantengono stazionari e le speranze che si ripongono su altri settori (agro-alimentare e turismo) sono spesso mortificati e rallentati per mancanza di strategie condivise e veti incrociati che scoraggiano chi vuole investire nel nostro territorio.

Tale gravissima situazione economica e sociale andrebbe affrontata con la necessaria serietà e impegno, soprattutto nell’imminenza di una stagione elettorale che si preannuncia lunga e intensa. Preoccupa, a tal proposito, la nebulosità degli schieramenti e l’assenza di programmi.

In queste ultime settimane tuttavia alcuni fatti che hanno interessato imprese del nostro territorio hanno scosso l’opinione pubblica: l’intervento della Magistratura sui fenomeni di molestie olfattive, la sentenza del TAR sul Piano paesaggistico, la pubblicazione dei dati epidemiologici a cura dell’ASP, la gestione dell’impianto consortile IAS.

Stiamo assistendo a reazioni e commenti di alcuni stakeholders che risultano frettolosi, superficiali, spesso dettati da pregiudizi e dalla ricerca di visibilità, che da una parte generano confusione e incertezza nell’opinione pubblica e dall’altra rischiano di non fare emergere le reali responsabilità.
Occorrerebbe, invece, far lavorare la Magistratura con i suoi periti, gli organi tecnici istituzionali, gli enti pubblici competenti, con la serenità necessaria, al fine di sanzionare le imprese qualora venissero accertate gravi inosservanze delle leggi e delle norme su beni primari come la salute e la tutela dell’ambiente, su cui nemmeno noi intendiamo derogare.

Non si può, in vista della campagna elettorale, speculare su temi così delicati. Preferiremmo invece assistere ad un costruttivo confronto di proposte e strategie, per dare lavoro ai giovani in cerca di prima occupazione ed a chi l’ha perso, difendendo le attività produttive in essere e favorendo nuovi iniziative imprenditoriali. Pensiamo che ci siano tra le istituzioni uomini e donne responsabili, che di fronte alla grave situazione economica e sociale della provincia di Siracusa, intendono lavorare e impegnarsi per il bene comune, per superare gli steccati e trovare soluzioni condivise alle criticità che caratterizzano il territorio.

La strategia e la competizione che le imprese devono affrontare non sono avulse dal ruolo della dimensione locale: istituzioni, amministrazioni pubbliche, sindacati, terzo settore, con cui ci impegneremo a confrontarci e a collaborare. A tali attori, ma anche ad interessati stakeholders, proponiamo una sorta di Patto Sociale di Responsabilità che consenta di affrontare le criticità del nostro territorio, con conoscenza, competenza e coerenza e porre le basi di un progetto di sviluppo economico a medio termine e portare fuori dalle secche la nostra provincia, nell’interesse delle famiglie siracusane e delle imprese.”