Noi ci siamo. E’ questo il messaggio che viene veicolato, tra le righe, con l’elezione di Moena Scala (Movimento cinque stelle) nuovo presidente del consiglio comunale, avvenuta questa mattina a Palazzo Vermexio. Come si ricorda, il sindaco Francesco Italia si è insediato con la minoranza in Aula, cosa che sin da subito ha avvelenato l’atmosfera e i timori che lavorare sarebbe stato impossibile.
Scacco matto pro Italia alla prima mossa, si potrebbe dire. Inevitabile pensare che dietro l’elezione della Scala ci sia, non solo la volontà di scrivere una nuova pagina in rosa di Palazzo Vermexio, ma anche un accordo politico o istituzionale (come gli stessi consiglieri lo hanno definito).
E’ stato tradito l’elettorato – esordisce il consigliere Salvo Castagnino – Tutti i siracusani devono sapere che in questa città chi vota Partito Democratico automaticamente vota anche il Movimento cinque stelle e viceversa. Io non ho votato Scala perchè rimango fedele al voto dei cittadini
Eppure, ad un occhio attento, salta fuori che dall’altra parte dell’Aula siedono solo due consiglieri vicini al Pd, ed una sola, Pamela La Mesa, eletta nelle liste del Pd alle scorse elezioni amministrative (dove peraltro il pd collezionò un risultato abbastanza scarso).
E’ proprio lei, con tono deciso, a controbattere a Castagnino, il quale continua a ridacchiare sotto i baffi, forte di aver fatto un’affermazione molto provocatoria.
Nessun accordo – risponde La Mesa – Sono sempre stata una donna libera, non ho mai avuto un ‘papà’ al quale ho dovuto rispondere cosa fare o cosa non fare, eppure nel mio partito ci sono grandi ‘papà politici’. Tengo a sottolineare, come esponente del mio partito, che io rappresento la legalità – continua La Mesa – Io non ho votato un accordo politico, ma ho votato la giustizia. Dopo 40 anni finalmente una donna alla guida del Consiglio
E quindi, maggioranza a parte, tutti con il neo sindaco Italia? Ebbene le cose sono molto più complesse. Il vero termometro politico, questa mattina, non era dentro l’Aula, ma fuori, tra i corridoi, dove ciascuno aveva bisogno di sfogare le proprie insoddisfazioni.
Tra una camicia svoltata, una giacca sudata, e sorrisi di circostanza, alla fine un minimo di verità è venuta fuori. Pare infatti, che i malumori siano all’interno di ogni fazione politica, dal centrodestra al centrosinistra passando per M5s.
Moena Scala è stata la donna più votata alle scorse elezioni amministrative, e un vero e proprio successo per il movimento. Eppure pare che i conti non tornino, e che qualcuno, all’interno dello stesso movimento, e nel segreto dell’urna, non abbia appoggiato l’avvocato dal caschetto scuro. Che l’abbia fatto qualcuno del centrodestra? Certamente, visto che non si è riusciti a convergere su un unico nome e quindi (per proteste personali) si è arrivati a un democratico “liberi tutti” che ha portato al “tradimento”, tanto da far fuori l’altro candidato alla presidenza: Giovanni Boscarino. Più compatta (sorpresa!) l’area di centrosinistra che, questa volta, aveva tutto l’interesse di fare eleggere un membro del movimento cinque stelle per continuare a raccogliere pareri positivi in Aula.
E dopo la volta del presidente del consiglio comunale, è il turno del vice. Il consigliere Ferdinando Messina propone Cetty Vinci. La proposta viene accolta con positività, ma i numeri sono sfavorevoli. Si va alla votazione, e Michele Mangiafico è il nuovo vice presidente del Consiglio comunale.
Pace fatta? Ciascuno ha una poltrona, ma non una squadra.