Siracusa quinta provincia, nella classifica dell’Italia, per tasso di disoccupazione dai 15 anni ai 64 anni (Tavola 1.8). Viceversa, nella classifica che vede le regioni italiane virtuose nel campo lavorativo, la provincia aretusea sprofonda al 96esimo posto su 110 (Tavola 1.1). E non finisce qua, perchè all’interno di questo circoscritto numero di lavoratori Siracusa registra un’alta percentuale di differenza d’occupazione tra maschi e femmine (tavola 1.2), una discriminazione che conduce l’allegra cittadina al 103esimo posto di un Paese che di certo non ha ancora un mercato del lavoro ‘a-gender’.
A testimoniarlo è uno studio dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro, che prende spunto da numeri Istat.
Si tratta di un’analisi del mercato del lavoro a tutto tondo, che vede per la provincia aretusea solo maglie nere. Non solo per il dato più eclatante, il quinto posto appunto, ma ad esempio Siracusa conquista il 35esimo posto su 110 per quota di occupati (15-64 anni) con contratti non standard (Tavola 1.5).
Per essere più chiari: i lavoratori standard comprendono i dipendenti assunti con un contratto a tempo indeterminato, compresi i part- time, mentre i lavoratori non standard sono costituiti da coloro che hanno un contratto di lavoro dipendente sempre a tempo indeterminato, ma in part-time involontario (i sottoccupati part-time), i dipendenti a termine, i collaboratori e gli autonomi. Occorre osservare che è molto probabile che una parte significativa dei lavoratori non standard percepisca retribuzioni sensibilmente inferiori a quelle degli occupati standard, anche a causa degli orari ridotti e della discontinuità contrattuale: alcuni di questi lavoratori potrebbero appartenere alla categoria dei working poors, cioè coloro che, pur avendo un’occupazione, si trovano a rischio di povertà.
Secondo lo studio, infatti, un siracusano (che ha la fortuna di lavorare) mediamente percepisce 1.250 euro. Praticamente la sopravvivenza.
A fronte di questi dati già imbarazzanti, ne esiste un altro che apre a una serie di riflessioni, e cioè il tasso di inattività (Tavola 1.12). A Siracusa oltre il 44% della popolazione è inattivo, cioè non ha un lavoro e non lo sta cercando. Una chiarissima fotografia di una città disillusa e scoraggiata che non riesce più ad alzare la testa e gridare ai propri diritti.
E adesso il peggio del peggio: i neet (Tavola 1.14), giovani 15-29enni che non lavorano, non studiano e non frequentano corsi di formazione. Siracusa 18esima con una percentuale sopra il 33%.
Il rimprovero va davvero a queste nuove generazione disilluse, o alle vecchie che hanno lasciato zero speranze ai piccoli?