Convocare la direzione provinciale del Partito Democratico, e poi abbandonare la poltrona. La richiesta di dimissioni del segretario Alessio Lo Giudice, alla quale hanno urlato in tanti, stavolta parte da uno strano trio: Giancarlo Garozzo (area Renzi), Turi Raiti (area Orlando) ed Enzo Pupillo (area dem).
Bisogna avviare – dicono i dirigenti del PD – il confronto per rilanciare l’unità interna e cancellare insostenibili interessi di parte, frutto di accordi concordati fuori dagli organismi dirigenti di partito
Il fatidico accordo, al quale fanno riferimento i tre, sarebbe un patto tra il deputato regionale Giovanni Cafeo e il sindaco di Carlentini, Giuseppe Basso. Quest’ultimo, rimasto fuori dalla lista del Pd alle scorse elezioni regionali, ha poi deciso di appoggiare Cafeo, il quale anche (ma non solo) grazie a questo sostegno ha fatto record di preferenze nella provincia di Siracusa.
Qualcosa in cambio di qualcos’altro, questa sostanzialmente l’accusa di Garozzo, Raiti e Pupillo. Quel qualcosa di Basso è il far confluire i propri voti della provincia Nord di Siracusa nella persona di Giovanni Cafeo, il quale, in accordo ad Alessio Lo Giudice (sempre secondo i tre dirigenti del partito) avrebbe promesso un altro patto per un posto a Roma di Basso.
Quest’ultimo smentisce tutto con un “Hanno perso e non riescono a rassegnarsi” – dichiara a SiracusaPost.
Peraltro, il problema sostanzialmente sarebbe quello di aver scavalcato la presenza del partito, e non la decisione, l’accordo, il patto tra Cafeo e Basso.
Il segretario provinciale Lo Giudice spiega che “la direzione provinciale si terrà subito dopo la riunione della direzione regionale. – continua – Considerato che la direzione regionale si terrà nei prossimi giorni, subito dopo fisseremo la data della direzione provinciale”. Sul resto si chiude in un “no comment”.
Cafeo non risponde, gli sfugge soltanto un “questa è la contesa del partito”. E onestamente, deputato ce ne siamo accorti.
Il problema è che a breve ci saranno le politiche, poi le amministrative e sul tavolo ci sono troppi mazzi di carte. Il partito è troppo piccolo per le diverse personalità che se lo contengono.
Ah, sono lontani i tempi quando tutti erano contro Giancarlo Garozzo, a tal punto che per difendere il sindaco di Siracusa, quella famosa notte dei lunghi coltelli a Palermo, Davide Faraone dovette scappare nel bel mezzo della notte con le liste del 5 novembre in mano per tentare di fare il colpaccio e inserire nei cinque nomi dei candidati quello di Gaetano Cutrufo, conosciuto come il presidente del Siracusa calcio e appoggiato alle elezioni dal primo cittadino Garozzo.
All’epoca era un tutti Garozzo, adesso è un tutti contro Lo Giudice.
Tra interessi sottobanco, e amori (finiti) questo è Pane, amore e… Pd.