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Siracusa, “Trenta comuni in trenta giorni”: la campagna elettorale di Alessandra Furnari

Siracusa, "Trenta comuni in trenta giorni": la campagna elettorale di Alessandra Furnari vicina al territorio

Trenta comuni in trenta giorni. Una vera e propria sfida per Alessandra Furnari, candidata al Senato nel collegio uninominale Siracusa-Ragusa con la coalizione di centrosinistra (Partito Democratico, Civica Popolare e +Europa, Insieme) e nel plurinominale col Partito Democratico nel collegio Sicilia orientale per le elzioni del prossimo 4 marzo.
Una campagna elettorale vicino al territorio, a tal punto da visitare quasi tutti icomuni della provincia di Siracusa e Ragusa che la vedranno come protagonista al voto. Un viaggio già iniziato nei giorni scorsi con la presentazione ufficiale della candidatura a Siracusa e proseguito a Rosolini, Pachino, Floridia e Ispica.

“In questi giorni- ha detto Maria Alessandra Furnari – ci siamo spesso confrontati su temi come politiche economiche, disoccupazione e “fuga di cervelli”. E ancora sugli interventi urgenti da mettere in campo in favore del triangolo industriale siracusano e delle vicende legate all’edilizia scolastica delle ex Province regionali, ma soprattutto abbiamo fatto il punto tra le promesse delle altre coalizioni e le proposte molto più realistiche e concrete portate avanti dal centro sinistra. È stato affrontato spesso il tema dell’immigrazione. Sul punto sono emerse le difficoltà dell’accoglienza, ma anche la necessità di andare incontro ai problemi di altre popolazioni. Abbiamo preso atto che il Governo italiano,in una prima fase, ha dovuto gestire il fenomeno migratorio a nome di tutta l’Unione Europea, trovandosi poi,quasi costretto, a porre un freno ai flussi migratori con gli accordi bilaterali Italia – Libia. Questa però non è e non può essere la soluzione definitiva, perché adesso, così come testimoniato da diverse Ong, i migranti muoiono in Libia. La mia è forse una posizione impopolare, ma come ho sempre detto, anche per scelta professionale, mi sono da sempre battuta per i diritti, di tutti, compresi quelli di coloro che scappano dalla guerra o dalla povertà. Non riesco poi a dimenticare il nostro passato, recente e non, quello in cui i nostri avi, da immigrati, andavano a cercare fortuna negli Usa o in altre parti del mondo e delle sofferenze e delle difficoltà che sono stati costretti ad affrontare”.